da Roma
A Forza Italia ne parlano come di un partito «che nasce dal basso» e non si sorprendono più di tanto. Quello annunciato da Silvio Berlusconi, dicono, è un soggetto politico in gestazione da tempo e che ora ha la sua spinta propulsiva negli 8 milioni di italiani che hanno firmato contro il governo-Prodi e per il voto.
Uno «straordinario successo», per Sandro Bondi, che legittima la nascita di «un partito nuovo, aperto a tutti, secondo le regole della democrazia e attraverso il rinnovamento della classe dirigente». Il coordinatore di Fi parla di «giornata storica» e annuncia nuove mobilitazioni e raccolte di firme: a dicembre sul taglio delle tredicesime, a gennaio su sicurezza e legalità. «Chi dipinge Fi come una forza politica capace solo di fare propaganda e mobilitare le masse, si sbaglia». Ma gli azzurri non devono essere soli e Bondi sprona «l’intera opposizione, con una rinnovata concordia» a continuare la battaglia contro la Finanziaria.
Chi aderisce subito al Partito del popolo delle libertà è Michela Brambilla, che rivendica ai suoi circoli l’orgoglio di essere stati «avanguardia» del nuovo progetto, che ha le sue radici nei fermenti di agosto. «I nostri associati - dice - saranno i primi a tesserarsi». Arriva anche l’adesione dei circoli del Buon governo di Marcello dell’Utri che, sottolinea, «lavorano a questo progetto, in silenzio, da 8 anni».
Quanto al dialogo sulle riforme con le altre forze politiche, per la Brambilla Berlusconi dovrà verificarlo facendo sì che «la parola torni finalmente alla gente». Scettico sul dialogo è anche Claudio Scajola, che ricorda l’offerta del Cavaliere di un accordo sulle riforme, dopo la zoppicante vittoria del centrosinistra. Il governo, invece, andò avanti senza riuscire a governare. «E noi dovremmo fare l’accordo con loro?». Si vada avanti, invece, con una «battaglia forte» in Parlamento. E con la leadership di Berlusconi, che «si vede andando tra la gente. Qualcuno potrebbe voler andare al suo posto, ma lui è l’unico».
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