Fiat: è scontro totale tra Camusso e Marchionne Sorpresa: a Bari i sindacati contestano Vendola

La Camusso accusa: "Se Fiat può tenere nascosto il piano è perché c’è un governo che non fa il suo lavoro, ma è tifoso". Sul referendum: "Votare no, ma se vincono i sì restiamo dentro l'azienda". A Bari Vendola contestato dai sindacati. Blog / Marchionne rottama anche il Pd? di Alberto Taliani

Fiat: è scontro totale tra Camusso e Marchionne 
Sorpresa: a Bari i sindacati contestano Vendola

Chianciano Terme - La Cgil rompe ogni indugio: sul referendum di Mirafiori invita i lavoratori a votare no. Susanna Camusso lo dice chiaramente in una lettera pubblicata dall'Unità. Però, al contempo, mette in guardia la Fiom:  se vincerà il sì va il voto va rispettato e si deve trovare il modo di continuare a difendere i lavoratori dentro le fabbriche Fiat. Poi va giù dura: "Marchionne insulta il Paese". E lui, da Detroit, le risponde: "Non è vero, voglio solo innovare".

Il modello Marchionne non va bene "Che la Cgil sia con voi e i lavoratori di Mirafiori e Pomigliano per tenere aperta la prospettiva di un cambiamento e che sia con voi nel dire no all’accordo voluto da Fiat e sottoscritto da altri - scrive la Camusso - non vi è alcun dubbio. E non è certo solidarietà, ma la profonda convinzione che il modello Marchionne propone condizioni di lavoro che non vanno bene, sottrae diritti, mette in discussione la libertà dei lavoratori di essere rappresentati. No a quegli accordi è senza alcun dubbio il sentire di tutta la Cgil. Per questo, per rispettare ed essere a fianco dei lavoratori abbiamo detto di no, ci sembrava insufficiente criticare e giudicare l’uso del referendum, tema tutto vero, che viene, se mi permettete, un momento dopo lo stare insieme ai lavoratori".

L'ad Fiat insulta il Paese Marchionne, "insulta ogni giorno il Paese": lo afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione introduttiva all’assemblea nazionale delle Camere del lavoro, accusando la Fiat di non rendere noti i dettagli del piano Fabbrica Italia. "Se Fiat può tenere nascosto il piano - ha aggiunto - è anche perché c’è un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti".

Sbagliati i tempi La leader della Cigl prosegue nel suo affondo: "La Fiat sbaglia tempo e sbaglia risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive". "La debolezza industriale dell’azienda" e "il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia. Se Fiat può tenere nascosto il piano è anche perché c’è un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti".

Risposte sbagliate "È così tifoso - prosegue la Camusso  - che non ha il coraggio di vedere che quando l’amministratore delegato insulta ogni giorno il Paese non offende solo i cittadini e il Paese ma in realtà dice della qualità di governare e delle risposte che vengono date", risposte "sbagliate". 

Replica di Marchionne: nessun insulto Marchionne nega di aver insultato l’Italia: "E' solo il tentativo di introdurre un nuovo modo di lavorare. "Se insulto significa introdurre un nuovo modello di lavoro in Italia, mi assumo le mie responsabilità. Ma non lo è. E non si può confondere questo con un insulto all’Italia: anzi, le vogliamo più bene noi - ha spiegato Marchionne a margine del Salone dell’auto di Detroit - cercando di cambiarla. Il vero affetto è cercare di far crescere le persone e di farle crescere bene. Stiamo cercando di farlo nel nostro mondo, a livello industriale, e ciò non va confuso con un insulto".

Landini: ultimatum alla Cgil "Bisogna far saltare l’accordo, renderlo non applicabile ed essere in grado di riconquistare i diritti che in termini sindacali significa riaprire la trattativa e considerare la vertenza ancora aperta". Lo afferma il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, a margine dell’assemblea nazionale delle Camere del lavoro promossa dalla Cgil, parlando di Mirafiori. "Tutto il sindacato, tutta la Cgil lo capisca" aggiunge. "Non siamo di fronte a un brutto accordo o a un ennesimo accordo separato ma siamo di fronte ad un cambio d’epoca" sostiene Landini. "Per questo - aggiunge - servono risposte straordinarie da pensare insieme. Tutto il sindacato, tutta la Cgil capisca quello che sta succedendo. Il problema vero è far saltare quell’accordo con iniziative in tutta la Fiat e nel Paese" prosegue Landini. "Chi ci vieta di fare scioperi, di eleggere delegati, di organizzarci? Chi lo vieta?" domanda il leader della Fiom. "Niente vieta alla Fiom di parlare con i lavoratori, di organizzarsi anche in modo straordinario con una sede permanente lì. Chi lo vieta, nessuno - ripete - e se c’è da fare una fase straordinaria di impegno e di solidarietà per i lavoratori di Pomigliano e Mirafiori, lo faremo".

Bersani contro Marchionne "Marchionne saprà prendere le misure alle auto, ma misurare le parole no. Perchè quei 20 miliardi non ha detto dove li vuole mettere, come li vuole spendere, cosa sta succedendo nella ricerca Fiat, e così via". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in una intervista al Tg3. "Dentro il Pd c’è discussione - ha detto Bersani - perché noi ci appassioniamo a questi temi, ma noi abbiamo una posizione molto chiara che parte da un fatto: il referendum, impegnativo, difficile, anche drammatico per i lavoratori, andrà rispettato nei suoi esiti. Il problema - ha aggiunto - è che i sindacati sono stati lasciati totalmente soli; il governo se ne è andato nella nebbia sulle prospettive dell’auto in Italia".

Bonanni contro Il referendum sull’accordo di Mirafiori si farà senza alcun rinvio dopodomani. Lo conferma il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, il quale auspica la vittoria dei sì perché "l’investimento è importante, non solo perchè salva Torino ma perchè è una indicazione fortissima per gli investitori italiani e stranieri". La Fiom dovrà attenersi e rispettare le decisioni della maggioranza, ma "la verità vera - chiosa in una intervista al Tg3 Bonanni - è che non rispetta mai le decisioni della maggioranza".

Il segretario generale della Cisl ha anche commentato le dichiarazioni dell’ad di Fiat: "Farebbe bene a stare più zitto, come farebbero bene molti esponenti della classe dirigente italiana e dire fino in fondo cosa sta accadendo in un Paese che da cinque anni non ha investimenti e quindi non c’è lavoro".

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