(...)e sarò guarita, salvami e sarò salvata. Questa Chiesa dunque confessa le sue ferite, questa Chiesa vuole essere curata».
Il cardinale si sofferma ancora sul momento difficile che la comunità ecclesiale sta attraversando: «Proprio perché la Chiesa può contare ogni giorno sullamore redentore di Cristo e sulla presenza del suo Spirito a noi, sacerdoti e fedeli, è chiesto di avere una grande fiducia nella Chiesa stessa, sempre, anche quando attraversa momenti di difficoltà, di incomprensione, di critica, di rifiuto». Larcivescovo ha poi affrontato il tema della vocazione: «Il presbitero è chiamato a interpretare la propria vocazione non come litinerario di un individuo in cerca della propria realizzazione o guidato dallesclusivo desiderio di portare a compimento i propri progetti personali». La chiamata a farsi prete «è la storia di una persona che risponde allinvito di entrare nel gruppo di quei discepoli che continuano la missione degli apostoli».
Nel tardo pomeriggio di ieri durante la messa in Coena Domini preceduta dalla lavanda dei piedi a 12 persone scelte fra disoccupati, cassintegrati e precari, il cardinale è tornato sullimportanza di purificarsi, «tutti abbiamo bisogno dellacqua nuova della grazia, che ci purifica dalle nostre colpe e ci apre alla comunione damore con Dio. Quanto diverso invece è il modo di pensare e di vivere da parte delluomo: pensa di essere lui stesso a decidere ciò che è bene e ciò che è male, cio che è giusto e ciò che è ingiusto e nella sua superba autosufficienza ritiene di non aver bisogno di nessuna salvezza che viene dal di fuori: lui è salvatore di se stesso!».
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