Etichetta Ue per i fondi Esg. L’obiettivo è la trasparenza

Pwc è stata incaricata delle redazione di uno studio di fattibilità. Anche la Banca centrale europea punta sulla chiarezza

Etichetta Ue per i fondi Esg. L’obiettivo è la trasparenza

L’Unione europea si prepara ad uniformare il mercato della finanza sostenibile. Pwc avrà il compito di individuare standard minimi e requisiti di trasparenza per i parametri di riferimento di un’etichetta Esg comunitaria. I vertici di Bruxelles intendono infatti individuare dei riferimenti intorno ai quali far ruotare la regolamentazione di fondi e obbligazioni verdi. Oggi i prodotti Esg presentano una forte varianza, una difficile comparazione tra di loro e una composizione che non deve rispondere a delle linee precise. Ingredienti perfetti per evitare che consumatori e risparmiatori possano maturare idee precise circa il reale rendimento di questi investimenti e l’autentico rispetto delle risorse ambientali da parte delle diverse aziende coinvolte.

Pwc, multinazionale della consulenza, avrà tempo sino al prossimo 31 dicembre per presentare un’analisi di fattibilità relativa all’eventuale introduzione di un bechmark Esg nel mercato comunitario dei prodotti finanziari. Il lavoro sarà accompagnato anche da un dossier da indirizzare al Parlamento europeo. L’assemblea di Strasburgo potrebbe infatti decidere di avanzare delle proprie proposte sulla regolamentazione di questo mercato. Durante la fase di consultazione sulla nuova strategia di finanziamento sostenibile – istruttoria che ha preceduto la pubblicazione della gara vinta da Pwc – era stato chiesto agli operatori di mercato se l’Unione europea dovesse intervenire per creare dei parametri di riferimento ESG e la maggioranza aveva risposto positivamente. Molti di questi, infatti, accoglierebbero con favore la creazione di nuove “etichette” UE al fine di integrare le considerazioni sociali e di governance, oltre a quelle sul clima che è il focus dei EU Climate Benchmarks recentemente introdotti. L’obiettivo generale di questo studio sarà quello di ottenere un’analisi completa della fattibilità della creazione di un marchio di riferimento ESG dell’UE.

Sulla necessità di regole più dettagliate si è espressa anche la Banca centrale europea. I tecnici di Francoforte spingono per l’adozione di riferimento chiari: “È necessario il varo definitivo del sistema di classificazione (o tassonomia) delle attività sostenibili, previsto per il 2022. L’effettivo utilizzo di questo strumento da parte di analisti, banche e imprese richiederà ulteriori passaggi, quali l’approvazione degli atti delegati e la definizione di linee guida”.

Il dossier suggerisce anche di evitare normazioni eccessive: “Il nuovo quadro normativo dovrà contemperare il fabbisogno informativo degli investitori con l’esigenza di evitare obblighi di trasparenza eccessivamente complessi e onerosi per le imprese emittenti, soprattutto quelle piccole e medie”. Ad ogni modo, il lavoro sulle nuove “etichette” non pare in grado di aver un impatto sull’andamento di questi prodotti finanziari. Il trend delle ultime settimane si conferma in crescita.

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