Finanziaria, arriva il via libera della Camera

Il premier Berlusconi: «Una legge di bilancio rigorosa, attenta ai conti e non elettorale. Fa costare sempre meno lo Stato ai cittadini»

Antonio Signorini

da Roma

Messa un po’ in ombra dalle dimissioni di Antonio Fazio e dall’urgenza della riforma del risparmio, la Finanziaria 2006 è arrivata all’ultimo giro di boa. Ieri l’aula della Camera ha approvato il disegno di legge e, subito dopo, è iniziata la sessione di bilancio al Senato, dove è atteso il via libera definitivo già per domani mattina. Quasi sicuramente - ha spiegato il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Cosimo Ventucci - il governo ricorrerà al voto di fiducia.
Il testo approvato ieri a Montecitorio è quello definitivo. La manovra complessiva per il 2006 è quindi di 27,6 miliardi di euro, compresa la correzione da 3,6 introdotta dal governo con il maxi-emendamento proprio alla Camera. Un ultimo passaggio che ha consentito al ministro dell’Economia Giulio Tremonti di mettere al sicuro la riduzione del deficit concordata con l’Europa. Una scelta della quale ora l’esecutivo rivendica il merito: «Abbiamo fatto una Finanziaria rigorosa, attenta ai conti. Che punta a far costare sempre di meno le spese di uno Stato ai cittadini. Credo che ci debbano riconoscere almeno di aver fatto una Finanziaria non elettorale», ha commentato il premier Silvio Berlusconi.
Il controllo dei conti è assicurato da una serie di vincoli alla spesa pubblica dell’amministrazione centrale (compresa una sforbiciata ai costi della politica) delle regioni e degli enti locali oltre che da nuove entrate. In particolare, due miliardi sono attesi dal concordato fiscale. Si tratta di una pianificazione fiscale triennale 2006-2007 con sanatoria di «allineamento» riservata a chi concorda per il biennio 2003-2004. Potranno beneficiarne i contribuenti ai quali si applicano gli studi di settore e riguarderà le imposte sui redditi e l’Irap. Sempre sul fronte delle entrate, risorse minori arriveranno anche dalla cosiddetta pornotax e da un giro di vite sulle concessioni idroelettriche.
Oltre ad assicurare il rigore, la Finanziaria 2006 sposta risorse su politiche attive. Il pacchetto più consistente è quello riservato alla famiglia: 1,1 miliardi di euro. E tra le norme per la famiglia quella più consistente è il bonus bebè di mille euro che sarà riconosciuto ai nuclei familiari con un reddito inferiore ai 50mila euro per tutti i figli nati nel 2005 e per gli ultrogeniti nel 2006. È prevista anche la detrazione fiscale del 19% per le spese dell’asilo nido fino a un massimo di 632 euro e viene istituito un fondo di 10 milioni di euro per aiutare le coppie di giovani precari che accendono mutui per la prima casa. Sempre in tema abitazione, arriva al traguardo il piano di Renato Brunetta per la vendita agevolata delle case popolari ex Iciap. Prorogate le agevolazioni per la ristrutturazione delle case: la detrazione sale dal 35 al 41%, ma l’Iva sui materiali edili sale dal 10 al 20%. Tra le misure introdotte nell’ultimo passaggio alla Camera, c’è l’imposta sostitutiva del 12,5% che si pagherà sulle plusvalenze realizzate con la cessione degli immobili. Al contempo gli oneri notarili sono ridotti del 20 per cento.
Novità anche per le imprese. Due miliardi di euro serviranno per ridurre il cuneo contributivo. Ad abbattere, cioè, il costo del lavoro dell’uno per cento. La manovra punta sui distretti industriali e gli riconosce uno status particolare che per le aziende si tradurrà in una serie di agevolazioni per favorire l’accesso al credito e la semplificazione fiscale-amministrativa.
Tra le misure che sarebbero dovute entrare nella Finanziaria, ma che sono state escluse, c’è il condono agricolo (che potrebbe trovare spazio nel decreto milleproroghe), la sanatoria per la patente a punti dichiarata inammissibile dalla presidenza della Camera e l’impiego dei fondi del Tfr che, destinati a migliorare i saldi, secondo molti avrebbero dovuto essere destinati alla spesa sociale.

Questi ultimi giorni dell’iter sono stati caratterizzati dalla polemica sulle norme per la costruzione di strutture turistiche sulle spiagge e sulle agevolazioni per il decoder del digitale terrestre. I senatori dell’Unione hanno annunciato un esposto all’Antitrust perché ritengono che la richiesta di fiducia sulla legge configuri il conflitto d’interessi per il premier.

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