Roma - L’esperienza di Enrico De Nicola "con la
sua costante attenzione agli interessi superiori del Paese,
può e deve essere indicata come prezioso insegnamento sulla
via di un rinnovato senso della coesione nazionale, sulla
riaffermata appartenenza di tutti gli italiani alla stessa
comunità nazionale". A dirlo è il presidente della Camera
Gianfranco Fini, nel suo discorso a Napoli durante la cerimonia
di omaggio a Enrico De Nicola. "Non c’è dubbio - aggiunge Fini - che senza passione è
difficile affermare la partecipazione dei cittadini, che si
nutre anche delle legittime idealità di parte". "Ma oggi,
l’affermazione di quella che è la cosiddetta democrazia
dell’alternanza in Italia e la fine delle contrapposizioni
ideologiche - continua - ripropongono l’esigenza di valori
unificanti e condivisi essendo comunque accettata l’idea che in
un sistema bipolare ciò che unisce è altrettanto importante
di ciò che divide".
Il presidente della Camera prosegue sottolineando che lo
statista napoletano si è formato in un Italia liberale e
giolittiana "assai distante da quella odierna". "Ma - avverte
Fini - i valori e gli ideali di quell’Italia lontana devono
poter essere riscoperti per vincere le nostre sfide di Nazione
democratica".
Napolitano: "Non smarrire il senso dell'interesse generale" "Non smarrire" mai "il senso del comune
interesse nazionale": è l’imperativo categorico che il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano lancia a Napoli ispirandosi
alla lezione del primo capo dello Stato, Enrico De Nicola.
In una cerimonia per l’anniversario dei 50 anni dalla morte di
De Nicola, Napolitano sottolinea che anche oggi "abbiamo ancora
molto da imparare e da trarre dalla sua lezione".
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