Flamenco, AI e live al buio. "Con Fog si gira il mondo"

Via al festival delle arti performative, in scena Nafaq Angelini (direttore artistico): "Sette le prime assolute"

Flamenco, AI e live al buio. "Con Fog si gira il mondo"
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Se c'è una realtà «ampia», in città, che si occupa dei linguaggi teatral-performativi e interdisciplinari (eventi dove si fondono, spesso e volentieri, l'arte della recitazione, la musica, le danze e altro ancora) questa è «Fog-Milano Performing Arts». Che viene proposta, da anni, alla Triennale.

Iniziative così si contano sulle dita: in Italia c'è pure Roma-Europa e nel vecchio continente le rassegne di Avignone e D'Automne (Parigi). Sono finestre sul mondo, compreso il festival milanese, arrivato alla sua ottava edizione, artisticamente diretto da Umberto Angelini. La kermesse parte oggi. «Serata speciale - afferma il direttore - che vedrà protagonisti, fra gli altri, tre performance delle egiziane Nafaq, insieme al belga Lander Gyselinck». Ci sarà anche una installazione di Eman Hussein, tutto suggellato dal live del duo di producer Frank Rosaly e Ibellisse Guardia Ferragutti. «Impegnati cinque luoghi differenti - aggiunge - il pubblico si potrà muovere liberamente. Un momento che testimonia sia il genere di lavoro fatto sugli spazi, così reinventati, sia il meticciato artistico della manifestazione».

Chi popola i palcoscenici di «Fog» è presto detto: di base c'è un grande «lavoro di scounting - viene spiegato - direttamente sul campo o attraverso contatti fra organizzatori e direttori, e con la raccolta delle proposte degli artisti stessi». Il taglio della manifestazione, come anticipato, è di tipo internazionale; quota di italiani a parte, «vengono coinvolti proposte e performer extraeuropei», in questa edizione, anche «dall'Africa e dal Medio Oriente». Spesso arrivano personaggi che non si sono mai esibiti in Italia, o pochissime volte, in certi casi neppure in Europa. E i rappresentati del Bel Paese? «Ci sono varie proposte musicali - dice Umberto Angelini - Penso a Riccardo Giovinetto, al suo lavoro con AI, cori polifonici ed elettronica (26 febbraio)». E ancora: il compositore «Nicola Ratti, con il Concerto per tre stanze di museo (15 febbraio), un'opera site-specific nella quale la musica segue le suggestioni dettate dagli spazi»; poi l'evento di «Teho Teardo al Pac, una performance al buio (17 febbraio)». Gli appuntamenti, da oggi al 15 aprile, sono tanti. Numeri alla mano: il festival, quest'anno, ospita 47 compagnie da 22 Paesi (dall'Olanda alla Turchia, facendo quasi il giro del mondo); gli eventi sono 37, tra i quali sette produzioni e coproduzioni targate «Fog», sette prime assolute, dodici prime nazionali, cinque concerti e dj set, per un totale di ottanta repliche. Insomma, c'è l'imbarazzo della scelta. Qualche indicazione, dritta il direttore artistico la dà lo stesso.

«Posto che ogni performance, spettacolo, concerto, pièce non è da perdere - dice Angelini - segnalo tre eventi. Il primo, 15 e 16 febbraio in Triennale, è quello col nostro artista associato Marcos Morau/La Veronal ES, titolo Totentaz». Poi 19 e 20 marzo «la prima italiana della coreografa capoverdiana Marlene Monteiro Freitas, Leone d'Argento alla Biennale di Venezia nel 2018, insieme alla superstar del flamenco Israel Galvàn».

Dulcis in fundo (29 e 30 marzo) la presenza «della coreografa Mamela Nyamza - conclude Umberto Angelini, direttore artistico della Triennale - tra le figure più interessanti della scena mondiale» (info programma «Fog»: triennale.org).

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