Con il titolo Never il mago dei bestsellers Ken Follett ha deciso di battezzare il suo nuovo romanzo, quasi a voler scongiurare fin dall'inizio che i fatti da lui raccontati (che sviluppano l'ipotesi dello scoppio di una Terza Guerra Mondiale) non debbano mai avere compimento. Eppure, tutto quello che lo scrittore gallese racconta potrebbe davvero accadere ed ha la caratteristica della verosimiglianza, tanto che il suo Per niente al mondo (questo il titolo scelto da Mondadori per la traduzione italiana della sua opera) è per certi versi più un romanzo storico e politico che un thriller avveniristico. Una storia che ci racconta a che punto è il mondo oggi e cosa potrebbe farlo esplodere di nuovo. Avendo raccontato in precedenti storie il rischio del riavvento del nazismo (Il codice Rebecca), le manipolazione genetiche (Il terzo gemello), le corruzione finanziaria (Una fortuna pericolosa), la guerra sovietico-afghana (Un letto da leoni), il terrorismi ecoambientale (Il martello dell'Eden) e persino il possibile scoppio di una pandemia (Nel bianco) Follet doveva per forza scegliere un'altra via per riuscire di nuovo a scuotere i suoi lettori e cosi come racconta lui stesso: «mentre facevo ricerche per La caduta dei giganti, rimasi scioccato nel rendermi conto che la Prima guerra mondiale è stata una guerra che nessuno voleva. Nessun leader europeo, dell'uno o dell'altro schieramento, avrebbe voluto che scoppiasse. Eppure, uno dopo l'altro, imperatori e primi ministri presero decisioni - decisioni logiche e ponderate - ognuna delle quali condusse, a piccoli passi, al peggior conflitto che il mondo avesse mai conosciuto. Mi sono convinto che si era trattato di un tragico incidente. E mi sono chiesto se sarebbe potuto accadere di nuovo».
Follet sceglie così di giocare la sua partita su uno scacchiere geografico molto complesso e ampio che va dal deserto del Sahara agli Stati Uniti, dalla Corea del Nord alla Cina, mettendo in scena personaggi capaci di cambiare per sempre l'equilibrio del pianeta. C'è la nuova presidente degli Stati Uniti Pauline Green che deve tenere testa al repubblicano James Moore che vorrebbe polverizzare la Cina con l'atomica. C'è il viceministro Chang Kai che crede che la sua visione riformista possa cambiare la politica di Pechino. Ci sono due agenti segreti come Tamara Leavit e Tab Sadoul alle prese con i loschi traffici di droga che finanziano i terroristi islamici. C'è il nuovo presidente della Corea del Nord Kang U-Jung che ha un desiderio di potere sconfinato. C'è persino un dittatore africano che si fa chiamare il Generale che dopo aver invaso il Ciad vorrebbe ricattare le superpotenze. C'è una giovane vedova Kiah in fuga assieme al suo bambino dal suo paese martoriato dalla carestia e dalla guerra civile che accetta l'aiuto del misterioso Abdul. Con un cast di personaggi del genere Ken Follett riesce a costruire un romanzo elaborato e ricco di colpi di scena che ci mostra come spesso gli equilibri della politica possano essere rovesciati da eventi non previsti e casuali. Non sono mai fatti eclatanti a cambiare il Mondo bensì l'arrivo a un punto di non ritorno generato dall'involuzione della società.
E Follett è consapevole che basti poco per accendere la miccia ai giorni nostri. Così Per niente al mondo è allo stesso tempo un libro d'allarme ma anche la disamina di una situazione ormai critica. E la forma del thriller è sicuramente quella migliore per denunciare certe paure ed esorcizzarle.
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