Folonari, un viaggio nella Toscana

Andrea Cuomo

Una divertente «gara di vendemmia» nella tenuta di Nozzole è stata per noi l’occasione per riassaggiare (molto volentieri) i vini delle Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari. Un’azienda giovane anagraficamente (è nata nel 2000 da una scissione familiare) ma dal cuore antico. Sin dal 1800 infatti i Folonari operano con successo nel mondo vitivinicolo. Oggi Ambrogio e il figlio Giovanni guidano un gruppo di otto aziende che rappresenta le molte anime della Toscana (il Chianti Classico di Nozzole, il Chianti Rufina di Conte Spalletti, il Nobile di Montepulciano di Fattoria Torcalvano, il Brunello di Montalcino di Tenuta La Fuga, il Supertuscan Tenute del Cabreo, il Bolgheri di Campo al Mare e la Maremma di Vigna a Porrona), con una puntata nei Colli Orientali del Friuli, dove hanno l’interessante azienda Ronco dei Folo, e in Franciacorta, con il 50 per cento di Monterossa, qualificata azienda di «bollicine».
Ambrogio e Giovanni si dicono certi che l’annata 2006 produrrà bianchi ottimi e rossi grandi, pari se non superiori a quelli targati 1997 e 2001. Per intanto è stato interessante riassaggiare un paio di vini di Nozzole: il corposo Chianti Classico Riserva La Forra e il Vin Santo del Chianti Classico, al quale negli ultimi tempi è stata data un’impostazione più morbida a scapito del tradizionale gusto più secco.

Molto bene i due «bolgheresi» Campo al Mare, il sapido Bianco da uve Vermentino e il taglio bordolese Rosso (Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc) più convincente al naso che in bocca. Ma la vera conferma arriva da qualche vecchia annata dell’eccellente Cabreo Il Borgo, blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon dal naso stratificato e dall’interminabile persistenza.

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