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Francia, fuga nucleare: contaminati 91 operai

L’incidente a Tricastin, nella stessa centrale dove si verificò una perdita il 7 luglio. La fuoriuscita di cobalto 58 dal reattore numero 4. Ma le autorità tranquillizzano

Francia, fuga nucleare: 
contaminati 91  operai

Parigi - Un centinaio di operai, impegnati in lavori di manutenzione nella centrale nucleare francese di Tricastin, in Provenza, sono stati evacuati ieri mattina in condizioni d’emergenza e 91 di loro sono stati «leggermente contaminati da particelle radioattive», secondo quanto precisa un comunicato della società elettrica Edf (l’Enel d’Oltralpe). Tutte le 129 persone esaminate dai medici nel corso della giornata di ieri hanno potuto fare rientro alle proprie abitazioni e nessuna di esse è in condizioni preoccupanti. L’incidente ha avuto luogo all’interno del complesso del «reattore numero 4» della centrale nucleare di Tricastin, tra i dipartimenti della Drôme e del Vaucluse. Le installazioni per la produzione dell’energia erano in quel momento ferme. Durante i controlli, una tubatura si è improvvisamente rotta, circostanza che ha provocato la fuoriuscita di pulviscolo radioattivo.

Alain Peckre, direttore della centrale, ha detto che «la tubatura si è aperta durante una normale operazione di manutenzione» e ha aggiunto che «la quantità di polvere radioattiva liberatasi nell’ambiente permette di dire che questo incidente è privo di qualsiasi gravità». In quel momento erano presenti nell’installazione 97 persone. È scattato il piano d’emergenza e tutti quanti sono stati trasferiti all’infermeria, dove si è constatato che 70 operai (dipendenti della centrale o di una società esterna, che partecipa ai lavori) presentavano «segnali di contaminazione». Secondo la direzione dell’impianto nucleare di Tricastin, uno dei più grandi esistenti in Francia, la dose della contaminazione radioattiva è comunque largamente inferiore al livello d’allarme per cui gli interessati non corrono alcun rischio.

L’Asn (Autorità per la sicurezza nucleare francese) minimizza anch’essa la portata dell’incidente, che potrebbe essere classificato al “livello zero” di una scala di gravità che va fino al “livello 7”. L’incidente che ha avuto luogo il 7 luglio a Tricastin - dove sono andati dispersi nell’ambiente circa trenta metri cubi di acqua contenente uranio (tracimati da una cisterna di raccolta dei residuati della pulitura degli impianti) - è stato classificato al “livello 1”. Stessa cosa per l’incidente verificatosi il 17 luglio alla vicina centrale nucleare di Romans-sur-Isère, dove è stata riscontrata la rottura di una tubatura sotterranea in cui transitava acqua contenente particelle d’uranio. Una parte degli ecologisti francesi afferma che le informazioni sui tre incidenti di questo mese sono state diffuse con colpevole ritardo dalle autorità competenti.

In particolare c’è chi afferma che la tubatura di Tricastin si è aperta alle 9,30 di ieri mattina, mentre l’opinione pubblica è stata messa al corrente della situazione solo nel tardo pomeriggio. L’Asn intende fare piena luce sull’accaduto, ma insiste sul fatto che né gli operai contaminati né la popolazione circostante corrono alcun rischio sanitario. Questo vale a maggior ragione per le aree situate a decine o a centinaia di chilometri dal luogo dell’incidente, ossia per le aree situate al di là della frontiera tra Francia e Italia.

In Francia le centrali nucleari in attività sono oggi 58, da cui il gruppo Edf ricava il 78 per cento della propria produzione elettrica, che viene in parte venduta nei Paesi confinanti (a cominciare proprio dall’Italia).

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