(...) lasciano correre «tanto son ragazzi», hanno rifilato sulle loro faccine dei bei ceffoni della serie «vedi di rigar dritto o son dolori».
Identificare a chi appartenevano i cervellini dietro quel raid vandalico non è stato difficilissimo. In parte perché il target di certe parti è piuttosto riconoscibile o, comunque, lascia sempre indicazioni di massima. Qualche giorno prima, infatti, i responsabili dellimbrattamento - tutti ex allievi della scuola ora studenti alle superiori - si erano fatti trovare dai bidelli allinterno dellistituto in orario extrascolastico. E, poiché non cera alcuna ragione di stare lì (o, comunque, interrogati, loro non ne hanno offerta nessuna di valida) la bidella li aveva cacciati. E allora loro dai, a meditare vendetta.
E poi perché i cervellini sono talmente invasati che, durante le loro azioni, non si preoccupano di passare inosservati. E così finiscono per lasciare non tracce, ma veri e propri solchi. Così, durante il secondo raid, quello di domenica, si fanno notare da una donna che vive in zona e che li vede bene, in faccia, proprio mentre scavalcano il cancello. E chiama i carabinieri.
I militari li trovano in un batter docchio. Prima ne «beccano» tre; il quarto lo identificano solo più tardi, ma solo perché, durante un primo controllo, fornisce false generalità. Così adesso, mentre i suoi compari devono rispondere di danneggiamento aggravato in concorso, lui è stato denunciato anche per false dichiarazioni.
Tutti incensurati, sanno che se la caveranno con poco. «Non sono bulletti - dice la gente del paese che li conosce -. Certo, a volte fanno un po i furbi, ma non credevamo proprio arrivassero a tanto».
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