Dopo la fuga da Haiti il piccolo Alessandro abbraccia i nonni

Alessandro, due anni, è sceso dalla scaletta dell’aereo imbacuccato in un piumino grigio con il cappuccio alzato. Serio serio, ma senza piangere. Ad aspettarlo, ai piedi del volo atterrato a Roma Ciampino, i nonni, emozionatissimi. Nonno Alvaro lo ha aiutato a portare lo zainetto, nonna Antonietta gli ha preso la manina e non l’ha più lasciata. E poi via, tutti e tre diretti a casa, a Treviglio, in provincia di Bergamo, dove lo aspetteranno altre coccole e un lettino caldo.
Il piccolo Alessandro è arrivato da Haiti, da solo, sul volo che ha rimpatriato i primi 13 italiani dopo il terremoto. La sua mamma invece è rimasta là e lo ha affidato ai nonni. Lei, Fiammetta Cappellini, 36 anni, volontaria dell’Asvi (fondazione sostenuta dalla Compagnia delle Opere), ha voluto mettere al sicuro il figlio ma non se l’è sentita di abbandonare quella gente sotto le macerie, senza acqua, senza medicine. «All’inizio Fiammetta - racconta nonna Antonietta - aveva deciso di tenere il bambino laggiù con lei. Diceva che il suo posto era lì. Poi l’altro giorno, in lacrime, ci ha detto che il bimbo non poteva rimanere perché la casa era del tutto inagibile e lui in queste notti era stato costretto a dormire in auto». Ora il piccolo Alessandro starà con i nonni, almeno fino a quando nei Caraibi la situazione non si sarà un po’ tranquillizzata. A Treviglio non si parla d’altro. Del bimbo che ha viaggiato da solo, della sua mamma eroica, dei nonni coraggiosi. «La famiglia Cappellini - spiega il sindaco del paese, Ariella Borghi - è sempre stata molto attiva nel campo del volontariato. Noi faremo la nostra parte: faremo in modo che il bimbo stia bene e che Fiammetta senta la nostra vicinanza. Al di là delle parole e delle formalità, faremo qualcosa per aiutare Haiti. Ne parlerò con la giunta e il Consiglio. Vogliamo prima capire di cosa c’è bisogno». Da laggiù Fiammetta racconta la tragedia via chat: sono giornate difficili quelle dei soccorsi, una situazione certamente non adatta a un bambino di due anni. «Ci sono interi edifici rasi al suolo - spiega la volontaria di Treviglio -. Un noto supermercato di Haiti - scrive - ha riportato gravissimi danni, è praticamente ridotto a niente e nell’ora del terremoto, le 17 ora locale, era sicuramente pieno di gente. Vi chiedo di pregare per questo Paese». Fiammetta racconta delle grida da sotto le macerie a pochi minuti dalla seconda scossa, delle difficoltà a scavare con il buio, della fatica a rintracciare gli amici e a comunicare.
Mentre suo figlio era in viaggio per l’Italia, ieri da Malpensa stava decollando il primo volo umanitario diretto ad Haiti con a bordo gli aiuti organizzati dalla Regione Lombardia: tre tonnellate di farmaci, materiale medico, derrate alimentari e un primo quantitativo di telefoni satellitari per assicurare i collegamenti.

Il presidente lombardo Formigoni ha anche lanciato un appello agli ospedali perché si preparino ad accogliere i feriti di Haiti: finora i posti letto pronti sono 300. «La proposta che vogliamo verificare - spiega Formigoni - è quella di un ponte aereo sanitario e sono sicuro che i 300 posti già disponibili possano raddoppiare nei prossimi giorni».

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