Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.
LA NOTIZIA. Anche il «miglior lavoro del mondo» comporta i suoi rischi: nel caso di Ben Southall, da sei mesi guardiano dell'isola corallina di Hamilton, quello di essere punto da una medusa mentre pattugliava (si fa per dire) le sue acque territoriali in moto d'acqua.
Come racconta nel suo blog - la cui cura è pressappoco il suo unico obbligo contrattuale - Southall precisa che si trattava di una medusa Irukandji, una specie assai velenosa, ma così piccola da sfuggire alle reti di protezione poste attorno alle spiagge (i mari australiani sono il paradiso non solo per i subacquei, ma anche per alcune delle specie velenose più letali del pianeta).
Southall, cittadino britannico, si è aggiudicato il concorso per il «miglior lavoro del mondo» della durata di sei mesi - insieme a 105mila dollari americani - dopo mesi di attesa e suspense degne del miglior reality. Southall, che lavora nel volontariato, ha battuto gli altri 15 finalisti, selezionati fra oltre 34mila candidati provenienti da oltre 200 Paesi del mondo: ex guida turistica in Africa, è appassionato di alpinismo e maratone.
Tra i compiti del nuovo guardiano non spiccano attività particolarmente stressanti: prendere il sole, esplorare i fondali marini e appunto alimentare, con osservazioni e fotografie, il sito web e il blog dell'isola; se proprio non gli bastasse, potrà anche giocare a golf sul campo annesso alla villa (con piscina) che potrà occupare insieme alla fidanzata canadese Breanna Watkins, il tutto a spese delle autorità australiane. Le quali ultime gioiscono per la pubblicità e i ricavi: le casse del Queensland (che dal turismo ricava annualmente circa 18 miliardi di dollari, crisi economica permettendo) si sono già arricchite di 110 milioni di dollari. «L'idea alla base di questa operazione promozionale era trovare la persona idonea per aiutarci a vendere il "prodotto Queensland" e incoraggiare il turismo», ha spiegato il responsabile delle attività turistiche dello stato, Anthony Hayes. (fonte: Apcom, 30 dicembre 2009)
FUORI DALLA NOTIZIA. «La prossima volta vado a lavorare in una miniera in Cina, altro che paradiso terrestre». Sono queste le prime parole pronunciate da Ben Southall, il 34enne britannico che per un anno ha svolto, sull'isola corallina di Hamilton (Australia) quello che era stato subito definito «il mestiere più bello del mondo». Southall, che negli ultimi 12 mesi è stato il padrone incontrastato di un ecosistema soltanto sognato da milioni e milioni di persone, autointervistatosi per il blog-diario (uno dei pochissimi impegni delle sue giornate in panciolle) proprio nell'ultimo giorno di «lavoro», afferma che, se potesse tornare indietro, non accetterebbe l'incarico.
«Tutti - scrive Southall - pensano che sia stata una pacchia. E invece vi sbagliate. Tanto per cominciare la mia ragazza dopo una sola settimana di permanenza mi ha fatto una testa così perché qui non si può fare shopping. Poi mi è stato impedito, come se fossi un qualsiasi concorrente del Grande Fratello, di avere notizie della mia squadra del cuore, il Manchester United. Inoltre, a me piace il clima londinese, quella bella pioggerellina che viene giù insistente, amichevole, e l'umidità delle campagne inglesi, dove portare a spasso il cane indossando degli stivaloni... La natura, tutto sommato, qui è noiosa, c'è sempre il sole, si mangia pesce a pranzo, cena e colazione, la piscina della villa è troppo grande e... sì, lo confesso, anche sapere che un mucchio di gente mi invidiava... non mi faceva dormire la notte. E poi, con tutto quel silenzio, come si fa a prender sonno? La storia della puntura di medusa me l'ero inventata per cercare di farmi rimpatriare. Però quelli non ci sono cascati, e mi hanno mandato un medico per la visita fiscale...
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