Furti di carburante: oltre 200 indagati in tutto il nord Italia

Scoperto dalle Fiamme gialle un sistema per sottrarre fino a 9 milioni di euro l’anno in benzina

Paola Fucilieri

Un traffico di enormi proporzioni di prodotti petroliferi - benzina e gasolio - tra Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Un illecito in cui sarebbero coinvolte molte, moltissime persone tanto che - e solo per ora - gli indagati sono 200. Tra di loro autisti di autocisterne, titolari di aree di servizio, privati, impiegati di officine meccaniche e di depositi commerciali. E l’indagine, che gli investigatori milanesi della Guardia di finanza hanno iniziato per conto della Procura milanese nel novembre 2004, promette ancora molte sorprese. Anche perché le ruberie di carburante erano talmente sistematiche e organizzate in maniera così - in modo che ciascuno dei coinvolti svolgesse il suo ruolo al meglio guadagnandoci il più possibile ma anche senza destare alcun sospetto - che per gli uomini del comando provinciale delle Fiamme gialle solo con le 52 cisterne finora sequestrate venivano sottratti almeno 9 milioni di carburante l’anno.
Il meccanismo è stato scoperto dalle Fiamme gialle milanesi seguendo il «percorso» fatto dal carburante che, partito dai dai depositi commerciali, attraverso le autocisterne, arrivava a rifornire le pompe di benzina e gasolio. Quindi andando da monte a valle.
Il sistema comincia a scoperchiarsi lentamente proprio un anno e mezzo fa lungo la statale del Sempione, precisamente a Pero in un’area dismessa detta «ex albergo Benzinopoli». Lì, da un malavitoso, fanno tappa fissa i conducenti di varie autocisterne per rifornirlo di parte della benzina o del gasolio che trasportano. Carburante che il pregiudicato provvede poi a rivendere portando in giro lui stesso le taniche o che viene acquistato direttamente da quegli automobilisti che, informati dei suoi «sconti», si recano a Benzinopoli.
Seconda tappa «d’osservazione» degli investigatori delle Fiamme gialle è Arluno. Dove, in un’altra area periferica, alcuni conducenti di autocisterne si autogestiscono alleggerendo i loro carichi di gasolio e benzina scaricandolo in parte in cisterne interrate.
Secondo gli inquirenti, però, la parte del leone in questo giro illecito la fanno i titolari dei distributori di benzina coinvolti. E la loro ruberia sistematica viene favorita sia all’inizio del «percorso» del carburante - quando i tecnici o gli impiegati manomettevano i sistemi di misurazione delle pensiline dei depositi commerciali di rifornimento o comunque non controllavano i sistemi metrici delle autocisterne in partenza (spesso dotate di un doppio fondo).


Più o meno della stessa risma quei «personaggi» che, poi, non intervenivano nei controlli delle pompe di benzina. Che, per bilanciare alla perfezione la consueta ruberia di carburante, una volta manomesse a dovere, non venivano appositamente più sottoposte a verifiche.

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