Furto in appartamento: narcotizzato un bambino di 3 anni

Non sono comuni ladri d’appartamento quelli che da gennaio colpiscono al Vigentino, tra via Val di Sole, via Ripamonti, via dei Guarneri e via Monti Sabini. E non perché, pur di raggiungere gli appartamenti e rubare gioielli e orologi preziosi, diventano agili come donnole, non esitano a introdursi nel vano rifiuti degli stabili, si arrampicano con i trampoli fino ai piani più alti, si attaccano ai vetri con le ventose e forzano qualsiasi tipo di serratura. Ma perché non si fermano davanti a nulla. E non esitano a utilizzare un pesante narcotico per addormentare le loro vittime e agire indisturbati.
L’altroieri la faccenda si è fatta molto più seria: si è sfiorata la tragedia. Cristina C.D., 37 anni, quando si è alzata, martedì alle 9.30, si è accorta che anche i figli dormivano ancora. «Ho capito subito che ci avevano svaligiato la casa e che mi avevano narcotizzata - racconta -. Ero sola, mio marito era fuori città. Il bambino più grande, che ha 3 anni, non era ancora sveglio. L’ho scosso più volte e quando ha aperto gli occhi, con la bocca viola e piena di tagli, ha sussurrato: “mamma, ma chi mi ha messo il cuscino in faccia stanotte?“. Allora sono corsa dal piccolo. Ha solo 4 mesi e alle 7 ha la prima poppata, a quell’ora avrebbe dovuto strillare come un ossesso per la fame. Ma non riusciva ad aprire gli occhi. Boccheggiava, respirava a fatica. Ho chiamato immediatamente il pediatra, gli ho spiegato la situazione e lui, non sapendo cosa ci avessero somministrato, mi ha consigliato di dargli del cortisone. Ma la situazione non migliorava e poco dopo è intervenuta la squadra di rianimazione del 118: mio figlio aveva un blocco respiratorio. Ora sta meglio ma è sotto choc. E io, lo giuro, me ne vado da Milano, vado al sud...Magari la camorra mi protegge meglio. Lo sa cosa mi hanno detto i carabinieri della stazione dove ho sporto denuncia? “Sappiamo che sono zingari e usano i trampoli per arrivare ai piani alti, agiscono tra l’una e le tre di notte“. E quando ho chiesto su come pensavano d’intervenire mi hanno risposto che serve l’autorizzazione del prefetto. Va bene: allora vorrà dire che faremo una manifestazione davanti alla prefettura... O alla questura se serve».
Sono quindici i colpi - in media due alla settimana - quelli denunciati finora dai residenti. Senza contare le ricognizioni nei box, dove le saracinesche sono state forzate anche 20 alla volta in una sola notte.
Gino A., amministratore di una sessantina di stabili in zona e di alcuni anche in via Val di Sole, raccoglie le lamentele e le confidenze dei residenti terrorizzati. Ma si sente impotente. «Al commissariato di zona, quando ho denunciato il furto a casa di mio figlio, davanti alle mie rimostranze, un poliziotto mi ha detto che loro non possono entrare a casa di tutti a controllare. Bella risposta ho ribadito io. E quello ha fatto spallucce. Adesso stiamo valutando la possibilità di assumere dei vigilante a nostre spese: ci dobbiamo pur difendere».


«Sono fuori di me dalla paura - conclude Antonella S., analista finanziaria 39enne, anche lei residente in via Val di Sole - Da quando ho saputo quello che è accaduto ai figli di Cristina non dormo più...Ho dei bambini piccoli e temo per la loro vita».

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