da Milano
I dipendenti della nuova Intesa-Sanpaolo non sembrano avere troppa fretta di sgombrare il campo e andare in pensione anticipata. Alla data di ieri le domande presentate alla banca erano circa un migliaio (280 circa relative allex Intesa; 760 quelle degli impiegati dellex Sanpaolo). A questi si aggiungono altri 700 dipendenti che hanno dichiarato la propria disponibilità legandola però (in base al recente accordo sindacale) allassunzione del figlio.
Per presentare la richiesta cè tempo fino a fine febbraio, ma si tratta per il momento di cifre lontane dagli obiettivi dei vertici della superbanca, desiderosi di arrivare alla presentazione del piano industriale, tra aprile e maggio, con un personale più leggero di circa 4mila unità. Per raggiungere lobiettivo il direttore generale con delega al personale Francesco Micheli aveva concordato con le organizzazioni sindacali lapplicazione del fondo esuberi interbancario. Che i sindacati avevano accettato, ma solo su base volontaria. È vero che tradizionalmente, questo tipo di offerte tende a registrare un maggior numero di adesioni nei giorni a ridosso della scadenza, ma un insuccesso dei prepensionamenti volontari complicherebbe le trattative per gli esuberi legati al piano industriale (le previsioni più accreditate parlano di altri 4.000-4.500 dipendenti in eccesso).
Le cifre sulle adesioni al piano sono circolate ieri nel corso del primo incontro tra Micheli e i rappresentanti dei sindacati della nuova superbanca. La riunione, svoltasi a Torino (anche se la direzione del personale del supergruppo avrà sede a Milano e il trasferimento è già in corso), è stata affollatissima: i sindacalisti presenti erano almeno unottantina. Tra le loro richieste quelle di un accordo quadro che regoli le tappe della fusione in attesa di arrivare al primo integrativo comune previsto per il 2008.
Un prossimo incontro è stato fissato per mercoledì prossimo, ma già ieri sono stati affrontati alcuni temi sul tappeto. Il più delicato è quello della mobilità. Il problema riguarda i dipendenti delle filiali in via di cessione, ma anche quelli delle filiali che pur rimanendo nella superbanca si sovrappongono. Ancora tutta da discutere è poi la questione di direzioni generali e centri elaborazione dati.
Nellincontro un capitolo a parte è stato dedicato a un tema apparentemente marginale, quello dei circoli ricreativi aziendali. In realtà sia per Intesa sia per Sanpaolo, sono una specie di tradizione, per di più non indolore per le casse aziendali.
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