G8, pm: Zampolini riciclava i soldi di Anemone Pressing delle Fiamme Gialle sulla lista: controlli

La Gdf acquisisce la lista dei lavori eseguiti dall’imprenditore coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per i Grandi Eventi. Oggi l'interrogatorio di zampolini. Ieri l'incontro tra Berlusconi e Scajola

G8, pm: Zampolini riciclava i soldi di Anemone 
Pressing delle Fiamme Gialle sulla lista: controlli

Roma - E' "da ritenere" che Angelo Zampolini abbia «in modo stabile" avuto la funzione di "riciclatore del denaro destinato alla remunerazione di pubblici ufficiali", denaro "fornito dall’imprenditore Diego Anemone con cui è stabilmente in contatto così come affermato, in modo del tutto autonomo, dal testimone Hidri Fathi davanti ai Pubblici ministeri di Firenze". E' quanto sostengono i magistrati della Procura di Perugia, Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, nella motivazione della richiesta di misura cautelare nei confronti dello stesso architetto Zampolini, respinta però dal Tribunale del Riesame di Perugia che ha comunque stabilito che la competenza delle indagini spetti alla Procura del capoluogo umbro. E proprio su questo punto oggi i pm di Perugia chiedono a Zampolini chiarimenti.

Il riciclaggio di denaro Risulta dagli atti che, in almeno quattro occasioni Angelo Zampolini si sia reso disponibile, per membri del gruppo e soggetti comunque riconducibili all’entourage di Anemone alla raccolta della provvista per l’acquisto degli immobili, pure essendo soggetto formalmente del tutto estraneo alla compravendita in atto. Le "quattro occasioni" che la Procura di Perugia ritiene provate come ruolo di intermediario dell’operazione di acquisto di immobili da parte dell’imprenditore Diego Anemone sono quelli che riguardano l’acquisto dell’immobile dell’ex ministro Claudio Scajola per il quale - secondo l’accusa - Anemone avrebbe fornito 900mila euro in contanti cambiati poi in assegni circolari (80) consegnati successivamente alle proprietarie dell’immobile venduto Barbara e Beatrice Papa; dei due appartamenti acquistati nell’interesse del generale della Guardia di Finanza, Francesco Pittorru, uno da 285mila euro "da destinare alla figlia del suddetto, Claudia Pittorru" ed un altro intestato allo stesso alto ufficiale e alla moglie Annamaria Zisi per 520mila euro; ed infine di un quarto appartamento pagato complessivamente 435mila euro "nell’interesse di Angelo Balducci, di un immobile intestato a Lorenzo Balducci".

Gli episodi ancora da accertare Fin qui gli elementi che la procura di Perugia ritiene provati nei confronti dell’architetto Zampolini, ma i magistrati ritengono che Zampolini potrebbe far luce anche su altri episodi, allo stato ancora da accertare. "Risulta quindi dagli atti - scrivono i magistrati - che, in almeno quattro occasioni, Angelo Zampolini si sia reso disponibile, per membri del gruppo e soggetti comunque riconducibili all’entourage di Anemone, alla raccolta della provvista per l’acquisto degli immobili, pur essendo soggetto formalmente del tutto estraneo alla compravendita in atto". Ciò, di per sè, appare operazione non chiara, anche alla luce del fatto che, nella maggioranza delle volte, Zampolini ha fornito la provvista degli assegni circolari emessi versando le ingenti somme in contanti all’atto dell’emissione dei titoli; tale condotta, che appare prima facie sintomatica dell’attività di riciclaggio, acquista ulteriore pregnanza se confrontata con gli elementi probatori aliunde provenienti, ovvero dalle dichiarazioni rese avanti all’Autorità giudiziaria di Firenze da Ben Laid Hidri Fathi, l’autista tunisino "tuttofare e uomo di fiducia di Angelo Balducci e di Diego Anemone".

Il ruolo di Hidri Fathi E' stato proprio Hidri Fathi a fare il nome di Angelo Zampolini come "soggetto a cui più volte lo stesso dice di aver consegnato somme in denaro, in quanto persona che ’faceva operazioni immobiliari per conto di Balducci e Anemone con intestazione ad altre personè". Solo "l’approfondimento delle prime quattro operazioni sospette ha già delineato un quadro preoccupante circa la finalità delle stesse, mentre rimangono da approfondire ulteriori operazione di analogo tenore (in relazione alle quali le indagini sono ancora in corso) tenuto conto che la somma complessiva di cui alle segnalazioni che riguardano il soggetto (Zampolini, ndr) è pari a 2milioni e 878mila euro". Non solo: "Tali segnalazioni - sottolineano i magistrati - provengono dalla sola Deutsche Bank, Agenzia 582 e che nessuna segnalazione, allo stato, salvo l’esito di accertamenti bancari allo stato in corso, è stata fatta pervenire dalla Banca delle Marche (in special modo la filiale di via Romagna in Roma) che appare essere il vero punto di riferimento bancario del sodalizio".

Incontro Berlusconi-Scajola Secondo quanto apprende l’Agi ieri sera c’è stato un lungo incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Claudio Scajola. L’ex ministro dello Sviluppo economico è stato convocato a villa San Martino alle 8 ed è andato via dopo mezzanotte. Quattro ore di colloquio, le ultime due alla presenza anche del consigliere giuridico del premier, Niccolò Ghedini. Il presidente del Consiglio avrebbe chiamato Scajola per avere, tra l’altro, maggiori ragguagli sull’inchiesta che ha portato alle sue dimissioni. L’ex ministro ai suoi fedelissimi ha confessato di essere rimasto molto soddisfatto per l’esito del faccia a faccia: "Ho avuto un ulteriore attestato di solidarietà, Berlusconi è e resterà il mio punto di riferimento". Il Cavaliere continua a pensare che in ogni caso c’è una 'regia' che intende colpire il governo.

Berlusconi: "Voglio capirne di più" Il Cavaliere dopo aver ascoltato nei giorni scorsi Guido Bertolaso ed altri personaggi politici coinvolti nell’indagine di Perugia intende sapere ogni particolare dell’indagine. Nei giorni scorsi, secondo alcune indiscrezioni, il premier avrebbe detto ad un gruppo di imprenditori di essere rimasto deluso dall’atteggiamento di Scajola. L’incontro di ieri sera è servito a chiarire quello che il premier ha spiegato essere stato "un malinteso". Inoltre proprio due giorni fa la moglie di Scajola aveva spiegato a Repubblica che il marito non aveva intenzione di presentarsi a Perugia per coprire qualcuno, tesi smentita direttamente dall’ex ministro con una nota e successivamente nell’incontro con il presidente del Consiglio. 

Pressing della Gdf La cosiddetta "lista Anemone", relativa ai lavori eseguiti dall’imprenditore Diego Anemone, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per i Grandi Eventi, è stata acquisita dalla Guardia di Finanza "nell’ambito di una verifica fiscale d’iniziativa, tutt’ora in corso di svolgimento". Il comando provinciale di Roma della Guardia di Finanza ha invece fatto sapere che sono "prive di fondamento" alcune recenti notizie di stampa "laddove si afferma che la cosiddetta lista Anemome, sarebbe stata consegnata alla procura di Roma o all’ex procuratore aggiunto Achille Toro". Il comando ha, inoltre, precisato che "l’intero contesto investigativo relativo ai cosiddetti grandi eventi è oggetto di approfondimenti delegati dalla procura di Perugia".

Mai visionata dalla procura La lista Anemone non è mai stata consegnata alla procura della Repubblica di Roma o all’ex procuratore aggiunto romano Achille Toro, indagato dalla procura di Perugia nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi per corruzione.Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma ha infatti sottolineato, "con riferimento al contenuto di alcuni articoli stampa pubblicati negli ultimi giorni, laddove si afferma che la cosiddetta lista Anemone, sarebbe stata consegnata alla Procura della Repubblica di Roma o all’ex Procuratore Aggiunto dalla Capitale dottor Achille Toro", che "tali notizie sono prive di fondamento".

La Gdf precisa quindi che la documentazione "è stata acquisita nell’ambito di una verifica fiscale d’iniziativa, tutt’ora in corso di svolgimento, e che l’intero contesto investigativo relativo ai cosiddetti grandi eventi è oggetto di approfondimenti delegati dalla Procura della Repubblica di Perugia".

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