Washington - L'estenuante braccio di ferro tra democratici e repubblicani si è concluso, com'è noto, in un accordo in extremis per scongiurare il fallimento: il tetto del debito pubblico viene alzato di altri 2.400 miliardi, ma il surplus dovrà essere interamente rimborsato con un rigoroso piano di tagli alla spesa pubblica spalmato in un decennio. E niente nuove tasse. Nell'annunciare l'accordo siglato Obama ha ammesso che non era come avrebbe desiderato. Ed era impossibile che lo fosse, visto che i repubblicani hanno la maggioranza alla Camera e, di fatto, sono in grado di bloccare tutto. L'inquilino della Casa Bianca, dunque, ha dovuto piegare la testa. E' stato un successo dei Tea Party, il movimento antitasse ultraliberista che da tempo cerca di stimolare la destra americana riportandola su quella che viene considerata la "retta via". Sono proprio loro i "vincitori" della contesa. Forse qualcuno avrebbe addirittura fatto a meno dell'accordo. Ma la politica è fatta anche di compromessi. E questo anche i Tea Party lo sanno bene.
Gaffe del vice presidente Joe Biden Il braccio destro di Obama non è nuovo alle gaffe. Stavolta lo scivolone è arrivato nella concitazione del dibattito che ha preceduto il voto favorevole della Camera dei Rappresentanti al piano per alzare il tetto del debito. A un certo punto Biden ha bollato i repubblicani vicini ai Tea Party come dei "terroristi". Lo rivela il sito Politico.com, che riferisce di una riunione tra Biden e i deputati del Partito democratico in cui la parola "terroristi" è risuonata più di una volta per descrivere l’atteggiamento oltranzista tenuto durante i negoziati dall’ala dura del Partito repubblicano. Unendosi al coro di alcuni deputati del suo partito, Biden ha accusato i Tea Party di avere "agito come dei terroristi". Una sua portavoce, Kendra Barkoff , ha poi ammesso che il termine "terroristi" è stato usato durante la riunione da alcuni membri del Congresso, ma che "il vice presidente non lo considera un termine appropriato e di cui fare uso durante una discussione politica". Successivamente, in un’intervista alla Cbs, il vice presidente ha negato di avere fatto uso della parola incriminata.
Vincitori e vinti Nel braccio di ferro sull'innalzamento del debito pubblico (che più che una questione tecnica era una battaglia politica a tutti gli effetti) le colombe hanno vinto sui falchi. La Casa Bianca pur di sbloccare la situazione ha accettato un robusto pacchetto di tagli, rinunciando all'aumento delle tasse sui ricchi che i democratici avevano chiesto come contropartita. Lo speaker della Casa Bianca, il repubblicano Boehner, ha portato avanti la trattativa dovendo accettare, alla fine, quel compromesso che forse non avrebbe mai voluto.
Un segnale da non sottovalutare: i candidati repubblicani alla Casa Bianca (a febbraio iniziano le primarie) si sono dichiarati tutti contrari all'accordo. Tranne uno, Jon Huntsman, ex ambasciatore Usa a Pechino. Ma lui è l'eccezione, visto che è tra i più moderati. E poi, si sa, in campagna elettorale essere troppo moderati non paga...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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