Pavia - Testimoni in aula al processo per l’omicidio di Garlasco, chiamati dal Gup di Vigevano Stefano Vitelli a chiarire alcuni aspetti dell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi per la quale è imputato il fidanzato Alberto Stasi. E le prime dichiarazioni sembrano segnare un punto a favore dell’unico indagato. Sono quelle della vicina di casa di Chiara, Franca Bermani che davanti al giudice ha ribadito di aver visto una bici parcheggiata vicino alla villetta di via Pascoli ma che non era quella di Stasi. "Era completamente diversa dalla sua - ha sostenuto - nera con le molle d’argento".
Il giallo della bicicletta nera Una testimonianza che getta dubbi sulla ricostruzione dell’accusa che proprio della bici nera dell’allora studente universitario alle prese con la scrittura della tesi di laurea, ha fatto uno dei punti cardine dell’indagine. Su pedali infatti i periti avrebbero trovato tracce di dna compatibili con quello della vittima, rimasto li, è l’ipotesi, depositato dalle scarpe di Stasi uscito dal luogo dell’omicidio. Sei, nel complesso, i testi che si succederanno davanti al Gup a parlare, oltre che della bici, anche dell’orario della morte di Chiara quel 13 agosto del 2007. Fra questi i carabinieri che entrarono per primi nella casa dopo aver sentito Stasi, corso da loro a dare l’allarme. E poi ancora Elisabetta Rubbi, la dottoressa del 118 che constatò il decesso della giovane e i vicini di casa di Alberto chiamati a confermare gli orari di entrata ed uscita da casa forniti dall’imputato. Presenti in aula i familiari della vittima e lo stesso Stasi con i suoi legali.
Le attese della mamma di Chiara "Mi aspetto di sapere - ha detto stamattina al Tg5 - qualcosa, quello che hanno visto nell’immediatezza dei fatti". La donna si è anche detta "soddisfatta del sopralluogo molto accurato" fatto dal giudice Stefano Vitelli qualche giorno fa nella casa dei Poggi a Garlasco.
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