Garlasco, la maxi perizia che scagiona Stasi

L'analisi medico-legale del consulente super partes, il dottor Varezzo, segna un altro punto a favore della difesa dell'ex fidanzato di Chiara Poggi. L'alibi dell'imputato viene confermato: distrutto il castello accusatorio

Garlasco, la maxi perizia che scagiona  Stasi

Vigevano - Colpo di scena. La perizia medico-legale di Lorenzo Varezzo, medico super partes, depositata oggi a Vigevano, scagiona di fatto Alberto Stasi dall’accusa di aver ucciso Chiara Poggi. In più punti dà ragione alla difesa dell'ex fidanzato della ragazza. Si tratta di una delle perizie super partes disposte dal gup Stefano Vitelli per chiarire alcuni tasselli fondamentali della dinamica del delitto della 26enne assassinata nella villetta di famiglia a Garlasco il 13 agosto 2007. Tutte le relazioni richieste devono pervenire al giudice entro il 14 ottobre prossimo: dopo gli approfondimenti riprenderà il processo con il rito abbreviato.

La perizia L'analisi del medico avvalorerebbe l’alibi di Stasi. Secondo l’esperto, non è "valutabile con precisione l’epoca della morte se non affermando che essa avvenne nel corso della mattinata". Per quanto riguarda l’aggressione questa è avvenuta "almeno in due fasi cronologicamente ben distinte" e l’episodio "potrebbe essersi protratto... anche per alcune decine di minuti". Stasi aveva affermato che quella mattina si trovava a lavorare al pc alla sua tesi e, secondo indiscrezioni, nella perizia dell’esperto informatica, non ancora depositata, tra le 9.36 e le 12.20 effettivamente il giovane era al computer. In un altro punto, la perizia medico legale ritiene che il materiale biologico di Chiara rinvenuto sui pedali della bicicletta sequestrata a Stasi, "potrebbe essere costituito da qualunque tipo di tessuto riccamente cellulato" e quindi non è detto che sia il sangue della vittima. Inoltre Stasi poteva avere le scarpe pulite pur essendo stato sulla scena del delitto in quanto le macchie di sangue avrebbero potuto disperdersi sull’erba bagnata.

Sangue secco sul pavimento "In sostanza, possiamo ritenere che meno di 40 minuti dopo il riferito passaggio di Alberto Stasi nell’abitazione, almeno una buona parte del sangue presente sul pavimento del pian terreno - e eventualmente anche la sua totalità - fosse secca". È un altro dei passaggi delle conclusioni della perizia super partes del professor Varetto. Il passaggio riguarda l’eventualità o meno che Stasi, quando ha rinvenuto il cadavere di Chiara la mattina del 13 agosto 2007, possa o meno essersi sporcato le scarpe. Secondo il perito oltre al fatto che sulle suole delle sue scarpe il sangue poteva essere scomparso in quanto aveva camminato sull’erba bagnata, nella casa di Chiara il sangue sul pavimento era in buona parte secco. "È invece pacifico - ha proseguito Varetto - che buona parte del sangue raccoltosi in pozze e colato lungo le scale che conducono al semi interrato fosse ancora francamente liquido". Alberto, nei suoi interrogatori ha affermato di aver visto il cadavere riverso sulle scale ma di non essersi avvicinato, ma di esser scappato via.

Impronte irrilevanti Per il perito medico-legale "appare del tutto irrilevante" il riscontro sul portasapone, nel bagno della villetta del delitto, di un’impronta digitale di Stasi e del dna di Chiara.

È questo un altro passaggio della perizia medico legale depositata stamattina in tribunale. L’esperto nominato dal giudice, in sostanza, spiega questa circostanza con il fatto "che i due abbiano entrambi toccato l’oggetto in tempi e per un numero di volte a noi del tutto sconosciuto e non determinabile".

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