Sì ai contratti di solidarietà targati Marco Doria per 630 lavoratori «non autisti» e meno giorni di ferie per tutti. Ok ai tagli di premi e retribuzioni con rinunce di 1500 euro lorde per ciascun dipendente. Aumento del costo dei pasti in mensa e diminuzione delle ore di permessi sindacali. Via 60 giacche blu che andranno a finire in Genova Parcheggi. Ieri i vertici di Amt e i sindacalisti hanno firmato l'accordo per salvare dal fallimento l'azienda del trasporto pubblico genovese. Si tratta di 8 milioni e 300mila euro per mettere in equilibrio il bilancio 2013 a fronte dei sacrifici di 2500 lavoratori. Per quello del 2014 gli accordi saranno siglati a ottobre. I sindacati hanno revocato lo sciopero previsto per il 21 maggio e il 16 maggio ci sarà un referendum tra i dipendenti di Amt. Il governatore Claudio Burlando si impegna a trovare finanziamenti europei.
«Invitiamo a votare sì all'accordo - ha spiegato ieri Andrea Gatto di Faisa Cisal - perché non c'è un piano B per salvare l'azienda e non farla cadere in mano ai privati. Tutti i sindacati vigileranno per il rispetto degli impegni assunti dai vertici aziendali e dal Comune». Il sindaco Doria e l'assessore Anna Maria Dagnino hanno espresso soddisfazione per l'accordo firmato ieri «che è vitale per salvare l'azienda, l'occupazione e il servizio ai genovesi».
«Ringraziamo sindacalisti, lavoratori e i vertici di Amt - hanno spiegato ieri Doria e Dagnino - per l'impegno che sosterremo con adeguate risorse nell'anno in corso, pur in presenza di una situazione di grande incertezza e limitazione della finanza locale. L'amministrazione comunale condivide pure l'esigenza di un'agenzia per il Tpl e apprezza l'impegno assunto anche dalla Regione a costituire l'agenzia regionale entro il 30 novembre, che potrà consentire un risparmio fiscale non indifferente». «L'accordo - ha detto il presidente Livio Ravera - permette all'azienda di raggiungere l'obiettivo dell'equilibrio dei conti come indicato dal Comune».
Da Amt a Iren. Ieri durante il consiglio comunale la tribuna della Sala Rossa è stata pacificamente invasa da un centinaio di operai ex Amga preoccupati per la «difesa del patrimonio industriale e occupazionale e della salvezza delle radici genovesi dell'azienda pubblica». La seduta è stata sospesa per un incontro tra i rappresentanti dei lavoratori e i capigruppo. «Un conto è far finire la lottizzazione - ha detto il capogruppo Pd Simone Farello - altro discorso è garantire aziende che funzionano e quelle genovesi hanno portato a Iren competenze e cultura industriale».
«Non è possibile che Doria sia così debole e non abbia potere contrattuale rispetto alle altre città. Noi votiamo l'emendamento del Pd perché non vogliamo che siano scippati altri posti di lavoro. Però non votiamo a favore della delibera proposta dalla giunta. Il paciugo era stato combinato dalla nostra cara ex sindaco Marta Vincenzi e dal suo amico presidente di Iren Roberto Bazzano.
Ieri c'è stato anche l'accorato appello al sindaco dei pidiellini Stefano Balleari, Matteo Rosso e Tommaso Giaretti «perché le bandiere genovesi tornino a sventolare su Porta Soprana».
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