(...) Premetto che sono d'accordo col giudizio dei miei «superiori».
Romano Prodi ha un curriculum di tutto rispetto: Presidente di Iri, Presidente della Commissione Europea, Presidente del Consiglio.
È molto ben visto dall'establishment estero, come testimoniano non solo i suoi incarichi, ma anche il fatto che sia stato invitato alle riunioni del Gruppo Bilderberg (dove si riuniscono le principali personalità mondiali, purtroppo spesso al centro di strampalate ipotesi di complotto).
L'unica perplessità che può sorgere è costituita dal fatto che Romano Prodi sia stato l'antagonista diretto dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per lungo tempo.
Oggi Berlusconi è ancora in campo come leader del centrodestra e come candidato Premier e la presenza di Romano Prodi al Colle potrebbe essere vissuta come una permanente contrapposizione.
Il dubbio che Prodi possa essere realmente super partes come Presidente della Repubblica aleggerebbe permanentemente, indipendentemente dalla sua fondatezza, il che potrebbe radicalizzare le divisioni nel paese.
Considerato che la figura del Presidente deve essere unificante, rischieremmo un risultato contrario ai desiderata e alle previsioni costituzionali.
Quello di cui oggi abbiamo bisogno, secondo me, è invece di eleggere con ampia maggioranza e preferibilmente alla prima votazione un personaggio condiviso dalla maggioranza del Paese, il che darebbe un segnale importante alla Unione Europea sulla solidità politica dell'Italia e sulla sua possibilità di uscire rapidamente dalle secche in cui languiamo...
Speriamo che i Grandi Elettori siano in grado di trovare la soluzione migliore, di vero e incontrovertibile valore nazionale ed internazionale: abbiamo bisogno di tornare subito a parlare di amministrazione dello Stato e di soluzione dei problemi e non di baloccarci sui toto nomine.
*tesoriere regionale del Pd
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