(...) era segnata da una «normale» incuria cui tutti si erano inevitabilmente abituati. Lampadine bruciate, sporcizia, aiuole di essenze mediterranee in abbandono e persino erbacce che si erano fatte strada tra le fughe della pavimentazione. Poi il miracolo: in poche ore tutto pulito, al posto delle piante nelle aiuole sono spuntati delicati e colorati fiori, pannelli con gigantografie hanno coperto un cantiere edile, poi un elegante palco e alla fine un tappeto rosso hanno trasformato la piazza. È apparso anche un camion con un maxi schermo. Tutto per la visita del presidente della Regione Burlando e la cerimonia, o meglio «l'evento di spicco» come lo hanno chiamato in Comune, per la cessione di importanti beni demaniali (dal castello Doria all'ex batteria Umberto I in Palmaria) che sono passati all'ente locale.
«Chi paghi importa poco - spiega un commerciante - che sia il Comune, la Regione o lo Stato non cambia il fatto che alla fine quel nastro rosso, il palco per una passerella di un'ora o i fiori che dureranno sino al primo freddo, li abbia pagati pure io, mentre quest'estate non c'erano soldi per fare i lavori più urgenti». Un esempio di mala gestione dei beni storici di Porto Venere, patrimonio dell'umanità, arriva da un luogo a pochi metri dalle nuove cessioni dello Stato all'ente locale: il muro medioevale a corona del cimitero, sotto al castello Doria. Il muro è crollato parzialmente lo scorso inverno, ma non è stato riparato, anzi sono sparite le pietre tagliate a mano di cui era fatto. In una provincia che paga la crisi e la malagestione di importanti imprese pubbliche, quel tappeto rosso e quel cerimoniale non sono apparsi come la scelta migliore.
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