L'imprenditore spezzino Umberto Costamagna, in un anno segnato da crisi e trasferimenti di aziende in Paesi in cui la mano d'opera costa un terzo, ha vinto la sua sfida, e ieri ha spento dieci candeline sulla torta di una delle poche attività liguri che negli ultimi tempi hanno assunto. Era il 19 settembre 2002 quando la prima telefonata arrivò al nuovo call center aperto alla Spezia, mentre la struttura di via Fontevivo era ancora un cantiere aperto con uffici e capannoni in costruzione. Così iniziò l'avventura spezzina della Call&Call, un' azienda che nel corso di un decennio è arrivata ad essere tra le più importanti, almeno come numero di occupati, nella provincia dell'estremo levante ligure. Ieri, in modo molto discreto, si è celebrato il successo e si è fatto il punto sui risultati raggiunti. Call&Call La Spezia conta oltre mille dipendenti, fra la sede spezzina e quella distaccata di Pistoia, e la dirigenza ha voluto rimarcare che uno dei dati più importanti riguarda proprio i posti di lavoro: «L'azienda vanta un alto numero di assunti a tempo indeterminato che fa crescere la speranza nel futuro della città». Non mancano le difficoltà, come ha ricordato lo stesso Costamagna, e segnano l'intero settore, comprese le aziende virtuose. Si parte dall'accesso al credito e si arriva «a una certa ottusità da parte di politici e amministratori che sembrano voler mettere i bastoni fra le ruote alle aziende invece che supportarle come meritano».
A questo punto Costamagna si è tolto giacca e cravatta rimanendo in maglietta per sfoggiare la scritta Call&Call Made in Italy. Un gesto per ricordare che, davanti a molte altre aziende del settore che nel corso degli anni hanno preferito delocalizzare, la sua attività è «orgogliosamente italiana».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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