(...) Abbiamo presentato una serie di emendamenti mirati a dare concretezza e serietà ad una proposta che, altrimenti, rischia di essere un'operazione di facciata e polvere negli occhi irrispettosa nei confronti di quelle persone che si vorrebbero tutelare. Il percorso compiuto da questa delibera, dimostra in ogni caso che la giunta comunale, o per calcolo politico o per incapacità, non vuole o non è in grado di affrontare con serietà questo tema come gli altri temi dell'emergenza lavoro, sviluppo e sicurezza».
«Non capisco perché - ha replicato l'assessore giottina Elena Fiorini - ci si debba opporre a un'iniziativa da inserire nel regolamento comunale, che ha già inserito con successo pure la giunta di Pisapia a Milano. Si tratta di un atto politico che non compromette il nostro lavoro di amministratori per garantire lo sviluppo, la sicurezza e cercare nuovi spiragli per l'occupazione in città. In realtà, il registro delle Unioni Civili nel capoluogo lombardo ha fatto emergere che soltanto un terzo degli aderenti è gay. Ci sono giovani, ma anche tanti anziani».
«È chiaro - ha replicato Rixi - che di fronte a dei diritti, ci devono essere dei doveri e non siamo contrari alle unioni civili tout court. Bisogna però prevedere di fermare i furbetti che, per ottenere vantaggi a scapito degli utenti del Terzo settore, quello sociale, fingano delle unioni inssusistenti». «La giunta e l'assessore non si sono pronunciati neanche prima di votare la pratica - ha tuonato la capogruppo Pdl Lilli Lauro - personalmente sono contraria al registro perché non si può creare un artificioso doppione senza i previsti doveri della famiglia, che è il vero pilastro in questo momento di crisi e di emergenza occupazionale, sociale e di sicurezza. Speravo che la giunta Doria si mettesse a lavorare d'impegno a favore delle politiche per la famiglia, invece di perseguire il primo passo verso le nozze gay. Le priorità sono invece quelle di molti diritti, niente doveri e spese ulteriori per il Comune. Ho letto che a La Spezia si possono consorziare due o più persone in difficoltà per avere le case popolari. Propongo quindi l'unione civile per le persone in difficoltà, ma che si istituisca un registro differente e si faccia una cosa diversa rispetto alla famiglia o ai Pacs».
A storcere il naso per il documento elaborato dall'assessore Fiorini è stata anche la consigliere del Pd Cristina Lodi: «Abbiamo presentato una serie di emendamenti sia alla proposta della giunta, sia al regolamento perché sono emerse discrepanze già riferite in commissione consiliare, con le vigenti norme.
«Il regolamento - ha detto il capogruppo M5S Paolo Putti - anche se non è un intervento sostanziale, va nella direzione di un miglioramento dei diritti e dei doveri dei cittadini».
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