Il minimo sindacale non piace alla Nord

Il minimo sindacale non piace alla Nord

(...) con Marco Rossi. E nel primo tempo sembrava anche aver ritrovato una discreta fluidità di gioco, un po’ di coraggio, ma anche una maggiore solidità difensiva. Il ritorno di Malesani aveva dato subito i suoi frutti, dilapidati però in una ripresa troppo rinunciataria, che ha certamente pesato sull’umore della tifoseria che a fine gara ha contestato la squadra.
La partita si mette subito in discesa. Dopo qualche brivido per la partenza sprint degli azzurri, il Genoa si porta avanti e con Veloso a dettare i tempi costruisce sulla fascia sinistra la palla del vantaggio: Moretti mette in mezzo, Palacio calcia in porta, Rossi devia a un passo dal portiere e gli toglie le già minime speranze di deviare la palla. 1-0 e che prova a reagire con Jeda e Gemiti. Frey compie un paio di interventi ma nulla di che. L’intervallo però addormenta la squadra. Il ritorno in campo del Novara è veemente, ma il Genoa smette di provarci, si spaventa e abbandona Gilardino e Palacio al loro destino. Neppure i lanci lunghi arrivano là davanti, anzi in qualche circostanza sono le punte a venirsi a guadagnare la pagnotta al limite della propria area.
L’assedio è fatto di rimpalli e scarsa qualità novarese, ma sempre assedio è. Fino al 23’ quando Mascara riprende al limite l’ennesima respinta e infila l’angolo opposto a Frey, appena uscito maluccio tanto da finire addosso a Kaladze.
Il Genoa almeno si scuote. E dimostra di aver sbagliato tutto fino a quel momento. Perché al 26’ è di nuovo Palacio ad avere una buona palla su un’azione limpida iniziata ancora da Veloso e finita con un triangolo con Rossi. Il calcio al volo si stampa però sull’incrocio. Il Novara resta anche in 10 per l’espulsione di Caracciolo e i rossoblù almeno non rischiano più quel risultato minimo che però al triplice fischio si scopre poca cosa. Meglio comunque di niente.
Ora la gara di mercoledì, in casa con il Cesena, diventa un jolly da non sprecare. Stavolta il punto non basterà. Il «patto» siglato tra giocatori e tifosi aggrappati ai cancelli a fine partita, non prevede alternative.
Frey 5.5: Non trattiene mai la palla e la cosa aumenta le ansie della difesa.
Mesto 5: È dalla sua fascia che il Novara spinge sempre e mette in mezzo tutti i palloni, compreso quello che porterà al gol. Ci sarà un perché?
Granqvist 6: Lavora di cartavetro per un quarto d’ora. Tolta l’inevitabile ruggine, si arrangia in mezzo all’area senza mai lasciare occasioni enormi a chi passa dalle sue parti.
Kaladze 5.5: Pasticcia con Frey sul gol. Soprattutto non si rialza dopo lo scontro, osservando il gran sinistro di Mascara.
Moretti 6.5: Ancora una prestazione positiva. Spinge e bene in avanti, poi dietro è il più ordinato (dal 36’ st Bovo, ng, non fa in tempo a fare né bene, né male)
Veloso 5.5: Difficile la sua valutazione. Perché quando fa il suo mestiere di dare ordine e geometria alla squadra è più che sufficiente. Appena si ricorda della strigliata ricevuta da Preziosi e si mette a calciare palloni lontano diventa imbarazzante (dal 41’ st Kucka ng, il voto lo meriterebbe, perché entra bene in partita, ma si fa ammonire ed era diffidato).
Rossi 6.5: Il gol lo «ruba» a Palacio. Ma per fortuna sono più le palle gol che «ruba» ai novaresi prima che si avvicinino troppo a Frey. I suoi raddoppi su Mesto non si contano.
Biondini 6: Palloni ne sbaglia, ma ne tocca talmente tanti, li conquista, li porta su, li allontana dall’area. Meno male che c’è.
Sculli 5: In formazione c’è, in campo si fatica a trovarlo. (dal 9’ st Jankovic 6.5: porta vivacità e sacrificio in copertura, non è colpa sua se non ci sono occasioni per far sfruttare meglio queste qualità).
Gilardino 5.5: Le attenuanti generiche sono garantite dall’assoluta mancanza di palloni giocati. La generosità anche in difesa gli va riconosciuta. Ma di mestiere fa l’attaccante.
Palacio 6.5: Il voto in più rispetto al compagno di reparto è tutto nello sfruttamento delle due occasioni avute: un gol (pur se scippato) e un incrocio dei pali. Egoista? E meno male.
Malesani 5.

5: Nella prima frazione dimostra che contro di lui si sono scatenati giudizi gratuiti. Nella ripresa è troppo realista e prudente. Alla fine il punto è lo specchio di quello che sarebbe stato il suo campionato. Se fosse rimasto, quello di oggi sarebbe stato un pareggio d’oro per la corsa europea.

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