Sequestro Calevo, contatto con i rapitori Il prete: «Prendete me»

(...) del sentimento, un fatto di cronaca che per altri deve restare necessariamente un freddo caso d'indagine. Gli spezzini non sono preparati, per storia e mentalità, a certi avvenimenti. Nella vita quotidiana della provincia quando si parla di rapimenti c'è solo un caso da ricordare e si perde nella cronaca di oltre un trentennio fa. Per questo il gesto sincero di Don Luigi appare così importante.
Infatti subito dopo si leva la voce del Comune di Arcola che ha organizzato una fiaccolata di solidarietà per essere vicino, come comunità, ad Andrea Calevo. Venerdì 21, alle 20, scenderanno così in strada gli amministratori locali e gli amici di Andrea, ma l'appuntamento è rivolto ad aziende, associazioni di volontariato e associazioni di categoria, ed in molti hanno già dato la propria adesione dandosi appuntamento ad Arcola per poi finire con una seduta straordinaria del consiglio comunale.
Intanto il cancello della villa della famiglia Calevo è sempre aperto per un via vai di amici stretti che salgono a dare un saluto e a portare un sentimento di solidarietà a Sandra, la madre del giovane rapito. È proprio uno dei ragazzi che frequentavano Andrea a parlare di un contatto tra i rapitori e la famiglia. «Un contatto c'è stato anche se - racconta l'amico - non lo potrei definire un contatto sostanziale, vero e proprio». Lo stesso probabilmente che in mattinata la Direzione distrettuale antimafia di Genova aveva definito «un contatto evanescente, senza richiesta di riscatto». Oltre agli amici, alla villa ieri sera è arrivata anche la fidanzata di Andrea e il comandante dei Ros, Paolo Storoni, mentre la madre Sandra è stata di nuovo ascoltata dai carabinieri per cercare di approfondire alcuni elementi forniti dalla donna subito dopo il sequestro del figlio. Secondo gli inquirenti, si tratta di un modus operandi tipico delle bande dell'Est europeo. Ma è il procuratore Michele Di Lecce, capo della Dda di Genova in serata a sottolineare la gravità della situazione. «Via via che passa il tempo, si fa sempre più preoccupantenon ci sono novità sostanziali. Vorremmo almeno sapere come sta - dice Di Lecce specificando che gli inquirenti non hanno alcuna informazione sullo stato di salute dell'ostaggio - Le ricerche sono a tutto campo e nessuna pista è stata ignorata. Ma il passare del tempo è per noi fonte di preoccupazione»». Tra le persone che sono andate a Villa Calevo, anche il sindaco di Lerici Marco Caluri: «Rispettiamo il silenzio della famiglia», ha detto uscendo dalla villa. Andrea è conosciuto come una persona molto legata al lavoro e alla sua azienda, per questo l'attività ieri non si è fermata e non si fermerà nei prossimi giorni. Tra i dipendenti, poche parole e volti tristi.

Chi è stato avvicinato dai cronisti si è detto molto preoccupato per le sorti di Andrea: «è un gran lavoratore e una persona buona». Altri non vogliono parlare, preferiscono aspettare sperando di avere presto buone notizie. Ieri sera in tanti si sono riuniti per una veglia di preghiera, promossa da don Luigi Vegini, parroco di Romito.

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