Il tema centrale della campagna elettorale a Cinisello, e non poteva essere altrimenti: è la sicurezza. La brutale rapina nella gioielleria di Remigio Radolli il 16 aprile ha aperto il fronte delle polemiche. Mentre il commerciante lavora sodo, il suo nome è entrato nella bufera politica. Lo tirano per la giacca. Allora Radolli farà l’assessore? «Assessore? Andiamo calmi. Adesso penso a lavorare, a recuperare il tempo perso. Smettiamola, si vedrà in seguito». Il gioielliere a denti stretti, perché i clienti non hanno etichetta di partito, lascia intendere che le sue simpatie politiche sono sempre state per il centro destra. «In ogni caso – afferma – per ora non ho ancora deciso nulla. Poi, scrivetelo pure, saranno gli eventi a farmi scegliere. Io sono qui. Abito a Cinisello dal 1961 e se mi è richiesto di assumere responsabilità al servizio della città, non mi sono mai tirato indietro. Una mano state certi che la darò. Il mio impegno c’è. Poi sarà il sindaco eletto a decidere». Intanto le polemiche si sprecano. La giunta uscente guidata dal sindaco di rifondazione comunista Angelo Zaninelo è stata messa sotto accusa pure dagli agenti della polizia locale: i pochi, forse gli unici in provincia a girare disarmati. Carlo Lio, candidato del centro destra, procede con cautela pur sapendo che questa volta l’emergenza sicurezza potrebbe far crollare la roccaforte rossa dall’Assemblea Costituente saldamente in mano ai duri e puri del vecchio Pci di Palmiro Togliatti. «Adesso è importante vincere e conquistare la guida del comune. Radolli? Apprezzo – aggiunge Lio - il suo impegno per la categoria dei commercianti. È un punto di riferimento. Rispetto il suo stato d’animo. Certo, Remigio è un uomo sul quale certamente conteremo. Per un posto in giunta, magari con delega alla sicurezza. In ogni caso è questione ancora da approfondire». In ogni dibattito il caso della violenta rapina al gioielliere porta tempesta. Enrico Zonca, aspirante alla carica di primo cittadino per una lista civica di sinistra, spara sentenze e accusa il cartello Pdl–Lega di sfruttare la drammatica rapina al gioielliere, come il solito modo propagandistico di fare politica. «Noi, non approfittiamo di un caso drammatico per conquistare consensi – replica seccato Carlo Lio -. Questi signori del centro sinistra e dintorni, sarebbe bene che la smettessero di fare i buonisti contro ogni logica. I cittadini ed in particolare i commercianti reclamano maggior sicurezza e noi vogliamo garantirgliela». Daniela Gasparini, che vuole conquistare la guida del palazzo, sostenuta dal centro sinistra, non accenna ad assessorati seppure capisce al volo che ormai Remigio Radolli è un simbolo. Quindi meglio considerarlo buono per dare un grosso contributo nell’indicare politiche che vanno a contrastare il fenomeno della criminalità. Intanto, Radolli resta indagato per eccesso di legittima difesa dal pm di Monza Stefania Di Tullio. «Ha sparato per non farsi ammazzare – ripete il segretario della Lega di Monza e Brianza Massimiliano Romeo.
E proprio perché i delinquenti per alcune discutibili scelte dei giudici, ritardi nel depositare le sentenze o cavilli burocratici escono spesso dalla galera, spicca l’indecenza nel vedere una brava persona che rischia guai seri. Confermo - aggiunge Romeo - se il fascicolo non viene archiviato, molto presto faremo un presidio di protesta davanti al Tribunale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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