Giovanni Paoli, se il padre fa i conti con la morte del figlio

A 91 anni il grande Gino perde il primogenito, giornalista stroncato a 60 anni da un infarto a Milano

Giovanni Paoli, se il padre fa i conti con la morte del figlio
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Ci sono dolori che vanno oltre, che investono presente e passato, che arrivano e non finiranno mai. Venerdì scorso all'Ospedale Niguarda di Milano è morto Giovanni Paoli, un infarto all'improvviso, aveva soltanto sessant'anni e lascia una compagna e una figlia. Era il figlio discreto e simpatico di Gino Paoli, il primo figlio, nato nel 1964 pochi mesi prima di Amanda Sandrelli e quindi subito al centro di quello che oggi sarebbe definito «caos mediatico» con quotidiani e rotocalchi che si attorcigliavano sul gossip familiare. Giovanni era il figlio di Anna Fabbri, ora ottantenne, la prima moglie di Gino, mentre Amanda era la figlia di Stefania Sandrelli. Nel bel mezzo degli anni Sessanta quasi reazionari, la loro nascita fu probabilmente il primo colpo che il costume e i mass media diedero pubblicamente alla sacralità intoccabile del vincolo matrimoniale.

Di certo Giovanni ha avuto con la sorella Amanda un rapporto splendido, nonostante il primo incontro non fosse stato, diciamo così, prevedibile. «Nell'estate del 1972 - ha scritto lui pochi mesi fa raccontando i 90 anni del padre - Gino mi fa: Domani andiamo a conoscere tua sorella. E io: Ma papà, io sono figlio unico. Mi carica in macchina e lungo l'Autosole non spiccico una parola, frastornato». Poi l'arrivo a destinazione: «Entriamo in casa e da una scala vedo scendere una bambina meravigliosa. Amanda e io ci annusiamo come gattini, emozionati e imbarazzati. Ma è presto colpo di fulmine. Nel viaggio di ritorno a Milano, sui sedili posteriori, ci raccontiamo mille cose senza alcuna interruzione. E pensare che alle elementari mi chiamavano lupo solitario».

Magari non era solitario, ma senza dubbio Giovanni Paoli è rimasto per sempre slegato dall'etichetta di «figlio di».

Ha fatto per un po' parte della band che accompagnava il padre durante i concerti, ma poi ha preso la propria strada, è diventato giornalista, ha scritto per Sorrisi e Canzoni, Chi sotto la direzione di Silvana Giacobini, poi fu vicedirettore a Novella 2000 e adesso lavorava per Dillinger News che oggi in prima pagina titola Ciao Giovanni. Una scomparsa improvvisa. Un dolore che sconvolge una famiglia e si dirama spietato ai genitori, al padre Gino che è alla viglia dei 91 anni e che, da artista ispido e sensibile e silenzioso, vede andarsene il primo dei suoi figli così all'improvviso, un venerdì sera di marzo. «Giovanni forse è il più accondiscendente dei quattro (figli - ndr), il più accomodantre - ha scritto nella propria autobiografia -. È ormai un uomo di quasi sessant'anni, fa il giornalista. È, in un certo senso, altro da me, non posso più considerarlo il bambino che mi trotterellava dietro tanto tempo fa».

Ma non è stato neanche un figlio che si è approfittato della fama del padre, e bisogna dire che oggi si tratta senz'altro di una rarità. Anche tra i giornalisti, Giovanni Paoli era molto stimato da tutti, spesso senza che neanche si sapesse di chi era figlio e quale tesoro dell'arte italiana fosse suo papà.

È stata sicuramente una scelta, ma è stata una scelta che rispettava bene la sua personalità e anche quella schiva e riservata del padre che ora lo piange con il dolore muto e lacerante di un genitore che vede il figlio andarsene per sempre, così all'improvviso, senza neanche dire ciao.

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