Un grosso giro di usura, tutto interno alla comunità peruviana di Milano, che fa emergere un fenomeno che gli inquirenti definiscono «sommerso ma molto diffuso». E erano tutte donne le persone coinvolte: la presunta taglieggiatrice e le sue vittime. L'indagine dei carabinieri della stazione di Landriano, coordinati dal pm Francesca Crupi, ha portato all'arresto lo scorso settembre di una donna di 41 anni, N.T.R. Finita allora in carcere, adesso si trova ai domiciliari. Oggi sarà processata con il rito abbreviato dal gup Sonia Mancini, difesa dall'avvocato Edmondo Capecelatro. Risponde dei reati di usura e estorsione.
La 41enne, che ha tre figli, abita nella zona di via Padova e nello stesso quartiere vivono le sue vittime, tutte di origini peruviane e tutte in difficoltà economiche e per questo finite nella rete dell'usura. Sarebbero almeno venti le donne taglieggiate, ma potrebbero essere anche di più. E anzi chi indaga invita eventuali altre persone coinvolte a farsi avanti.
Gli affari illeciti dell'indagata andavano avanti dal 2020. I nominativi, le date e le cifre dei prestiti erano scrupolosamente annotati su un'agenda di «Hello Kitty» trovata e sequestrata a casa della donna. Quando gli emissari dell'usuraia, sempre due donne, sono arrivati ad andare sul posto di lavoro di una delle vittime (senza trovarla) per minacciarla e riscuotere, quest'ultima si è convinta a denunciare tutto e da lì è partita l'inchiesta. Gli investigatori, che per questo episodio hanno contestato alla 41enne anche l'estorsione, hanno identificato quattro delle molte donne taglieggiate. Avevano forti difficoltà economiche, per prestiti chiesti regolarmente che non riuscivano più a onorare e in un caso per le costose cure mediche della madre invalida. N.T.R. prestava cifre tra i mille e i 5mila euro in contanti e pretendeva la restituzione a rate mensili, su carte prepagate delle Poste, di somme molto più alte. I tassi erano appunto fuorilegge: fino al 230 per cento. Così, ad esempio, per mille euro ne voleva 1.800 e per 5mila euro ne chiedeva indietro anche 9mila. Il pm Crupi ha disposto una consulenza tecnica proprio per documentare che gli interessi applicati dalla peruviana erano di gran lunga superiori a quelli consentiti.
Nell'interrogatorio dopo l'arresto la 41enne non ha aperto bocca. La donna che ha denunciato l'usuraia riceveva messaggi minacciosi, che dovevano convincerla a pagare il debito, sia dall'indagata sia dal suo compagno. Eccone alcuni: «Questa signora la troverai sulla porta della tua casa... Non so se ti rendi conto della gravità delle cose... Dovrò andare al tuo lavoro...
». Ancora: «Ho moltissime amicizie e so come arrivare a te e al tuo compagno... Voglio solo che tu risolva il tuo problema con la mia donna... Non permetto a nessuno di mettersi contro di lei... Ok, grazie e riguardati».
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