(...) anchessa trasversale, si trincera dietro il pallottoliere e, con lausilio dei conti e delle poste di bilancio, dimostra che di buone intenzioni risparmiose può essere lastricata anche la via del dissesto. Pare, infatti, che labolizione delle «auto blu» per assessori e dirigenti non soltanto non comporterà il risparmio annunciato di 250 mila euro lanno, ma provocherà un aumento dei costi, forse addirittura il raddoppio.
Lidea di ridurre i costi della politica è sacrosanta, ma la scure bisogna usarla con accortezza, insieme alla calcolatrice, per non ottenere risultati paradossali. Ad esempio, le auto blu si possono vendere o rottamare, ma gli autisti non si possono segare. Sarebbe assurdo che in nome dellausterità si mettessero sul lastrico una quarantina di lavoratori. Eh no, bisogna riciclarli, sopportando i costi della riqualificazione, mantenerli in organico, a meno di non volerne favorire le dimissioni con congrue buonuscite, costose anche quelle. Il dilemma è cornuto. I costi per gli spostamenti si devono rimborsare, oppure bisogna rassegnarsi allidea che solo i podisti superallenati possano amministrare le città? I costi della politica vanno ridotti, ma servono metodo e stile, quellefficacia che è propria della tradizione amministrativa ambrosiana. I gesti rumorosi e gli annunci lasciamoli al governo Prodi, insieme allabitudine delle ritirate.
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