Un gol fantasma salva gli inglesi di Rooney: domenica Italia-Inghilterra

Solito catenaccio di Hodgson e difesa chiusa a riccio. Dopo la prima fase a gironi eliminati i due paesi organizzatori, Ucraina e Polonia

Un gol fantasma salva  gli inglesi di Rooney: domenica Italia-Inghilterra

L’Inghilterra nella notte di Do­netsk si prende tutto: qualificazio­ne e addirittura il primo posto. I tre leoni devono dire tre grazie: a Rooney che segna subito all’esor­dio, a Ibra che batte la Francia e al­l’arbitro di porta che non vede un gol fantasma ucraino. Sarà dun­qu­e la nazionale di Hodgson ad af­frontare l’Italia nei quarti di finale domenica sera a Kiev. Sbattuta fuori una furiosa Ucraina che cre­deva davvero nell’impresa. Inve­ce come nel 2008 già dopo la pri­ma fase entrambi i paesi organiz­zatori sono eliminati.

Il rammarico cresce perché la squadra di Blokhin non è stata co­sì inferiore agli inglesi, come avrebbero voluto i valori in cam­po. Una partita in cui l’Inghilterra rialza il «muro» sul quale aveva già rimbalzato la Francia (Nasri a parte). Hodgson fa tesoro dei suoi trascorsi in Italia e sembra ispirar­si al Chelsea campione d’Europa per fare le fortune della regina. Di­fesa impenetrabile e centrocam­po bloccato sulla mediana: per gli avversari diventa un’impresa riu­scire a entrare in area (primo ap­punto per Prandelli).

L’Ucraina non lo fa mai anche perché Blo­khin non ha Shevchenko che non ha smaltito l’infortunio al ginoc­chio sinistro. I padroni di casa of­frono volontà e anche buone tra­me di gioco ma manca il colpo riso­lutore. Li ha entrambi in panchi­na quelli capaci di piazzarlo. E di valore perché sono due palloni d’oro: l’ex rossonero e... il ct. Blo­khin a un certo punto entra anche sul terreno di gioco per «insegna­re » alle sue punte i movimenti da fare, come andare in profondità. L’unico modo per infilare la stati­ca difesa inglese ( secondo appun­to per Prandelli) e sfruttare un’eventuale amnesia, di quelle viste con la Svezia e anche ieri non sono mancate soprattutto dopo il vantaggio, di Terry e soci. Hodgson, invece, non si dispe­ra più di tanto se il suo attacco ( ter­zo appunto per Prandelli) non si aziona quasi mai, colpa delle idee che scarseggiano in regia, orfana di Lampard.

L’unica volta che crea nel primo tempo dovrebbe essere quella buona per l’esordio con gol di Wayne Rooney, al rien­tro dopo la squalifica rimediata nell’ultima gara di qualificazione. Invece il bad boy, che per stanlio­roy dovrebbe rappresentare il chiavistello per puntare al grande colpo, solo davanti a Pyatov mette a lato. Appuntamento solo riman­dato perché il thé inglese di metà serata si rivela un toccasana per Rooney che impiega appena due minuti per sbloccare la partita de­positando in rete da pochi passi a porta vuota. Una testata col «par­rucchino ». Anche se a spingere l’Ucraina definitivamente nel ba­ratro è stato il netto gol fantasma di Devic non visto neppure dall’ar­bitro di linea ( tanto invocato dalle nostre parti).

A quel punto Blo­khin ha gettato nella mischia an­che Shevchenko, ma subito si è ca­pito che l’attaccante, condiziona­to dall’infortunio, non avrebbe po­tu­to lasciare il segno e ribaltare Ro­oney come Ibra. E trasformare in gioia la rabbia ucraina.

A ridere è la regina salvata da un dio «acceccato» in giacchetta. Ai mondiali del 2010 una rete non vi­sta­di Lampard fece piangere gli in­glesi contro la Germania. Ora il dio eupalla ha rimesso le cose a po­sto. E l’Inghilterra vuole cambiare la storia.

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