nostro inviato a Madrid
Sì, lo spettacolo - «La famiglia dellantiquario», Goldoni classico e immortale, nellallestimento degli Stabili di Genova e del Veneto - sarà pure collaudato, e i suoi meccanismi perfettamente oleati, tanto da consentire ogni volta agli attori una recitazione ai migliori livelli espressivi. «Ma quando entri in scena - ammette lattore Paolo Serra, il Cavaliere del Bosco - ti accorgi subito, ma che dico subito? in dieci secondi non di più, ti accorgi che aria tira, fra il pubblico. E devi adeguarti di conseguenza». Magia del teatro, che non concede mai una recita uguale alle altre. Tanto più qua, nel proscenio allestito in quello che fu, dal 1910 e fino a una decina danni addietro, il «Matadero», il mattatoio di Madrid: uno spazio immenso, 150mila metri quadrati, che la Municipalità della capitale spagnola ha cominciato a trasformare in unarea polivalente per eventi culturali. Ed è qua che lo Stabile diretto da Carlo Repetti è stato invitato per una serie di cinque rappresentazioni distribuite su quattro giornate consecutive, dal 20 al 23 dicembre.
Recite in lingua (cioè, anche in dialetto) rigorosamente originale, e sopratitoli in «castellano», come precisano le locandine. Ma lintesa col pubblico si crea subito, va la di là del vocabolario, nel nome delleterna disputa fra suocera e nuora che è alla base del testo, ma soprattutto nel nome dellaltrettanto eterno scontro fra generazioni e fra epoche diverse, una rappresentata dal Conte Anselmo, lantiquario, laltra dal borghese Pantalone (interpretato dal «solito» mattatore Eros Pagni). Risate e applausi convinti, anche a scena aperta, del pubblico madrileno, e ulteriore dimostrazione, se pure ce ne fosse stato bisogno, di una triplice «universalità»: innanzi tutto quella del teatro goldoniano, poi quella del regista Lluis Pasqual che ha rispettato fedelmente il testo originario, concedendosi solo larbitrio di mutare il tempo e lo spazio (la sequenza dello spettacolo copre nove epoche diverse, fino ai nostri giorni). Ma la terza universalità è senza dubbio appannaggio dello Stabile genovese, che in 57 anni di vita ha collezionato oltre quattrocento giornate di rappresentazioni allestero, in 54 città di ventuno nazioni diverse dEuropa, Nord e Sud America. Globalizzazione autentica, che si è ulteriormente sviluppata con la direzione di Repetti. Fino ad approdare al «Matadero» di Madrid, dopo lottima accoglienza della scorsa estate a Barcellona e in attesa di spiccare il volo, in primavera, alla volta di Bogotà. Allinsegna del teatro goldoniano che è sempre stato - ricorda ancora Pagni - «nelle nostre corde».
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