Roma - Il giorno dopo la firma delle nomine dei nuovi sottosegretari il Colle mette i puntini sulle i. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ieri proceduto alla firma dei decreti di nomina di nove Sottosegretari di Stato, la cui scelta rientra come è noto nella esclusiva responsabilità del Presidente del Consiglio dei ministri. Il Capo dello Stato ha in pari tempo rilevato che sono entrati a far parte del Governo esponenti di Gruppi parlamentari diversi rispetto alle componenti della coalizione che si è presentata alle elezioni politiche. Spetta ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio valutare le modalità con le quali investire il Parlamento delle novità intervenute nella maggioranza che sostiene il Governo. Ma in realtà, dopo il 14 dicembre c’era già stato un ingresso di peso di un esponente del nuovo gruppo dei responsabili. Si tratta di Saverio Romano, deputato di Ir nominato ministro dell’Agricoltura lo scorso 23 marzo, senza che il Capo dello Stato chiedesse alle Camere di esprimersi.
Il Pdl: "Quadro chiarito da voti di fiducia" Immediata la replica del Pdl. "Numerosi voti di fiducia, a partire da quello della svolta del 14 dicembre, hanno chiarito il quadro politico, con ripetute verifiche nelle sedi parlamentari. Le nomine di governo sono giunte dopo queste diverse votazioni e nel pieno ed assoluto rispetto delle norme costituzionali e delle prerogative del Capo dello Stato". Lo affermano in una nota i presidenti dei gruppi Pdl di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, e i vicepresidenti vicari, Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro, a proposito della nota del capo dello Stato che ha chiesto una pronuncia delle Camere dopo i nuovi ingressi nel governo.
Bossi: "Il premier ha la competenza" "Il premier ha la competenza per nominare i sottosegretari, la legge dice che può farlo, perchè si dovrebbe passare dal Parlamento. Le leggi si applicano?".
Napoli (Pdl): "Provvedimento antiribaltone" "Il rilievo affidato dal presidente Napolitano alla nota del Quirinale è assolutamente corretto, e non poteva essere diversamente, sotto il profilo costituzionale quando rinvia ai presidenti delle Camere di investire il Parlamento sulle novità intervenute nella compagine governativa. La nota quirinalizia introduce però una novità di rilievo. Laddove essa segnala ’che sono entrati a far parte del governo esponenti di gruppi parlamentari diversi rispetto alle componenti della coalizione che si è presentata alle elezioni politichè". Lo dichiara Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl. "La valutazione del Capo dello Stato su questo punto è tutta politica, non trovando sostegno in nessuna norma costituzionale, ed è la corretta presa d’atto che in questo Parlamento, sulla base dei risultati elettorali, non dovrebbe esserci spazio per maggioranze diverse da quelle uscite dalle urne", rimarca. "Il punto indicato da Napolitano è di una chiarezza adamantina: o il Parlamento usa il suo potere di ’ratificà rispetto alle novità intervenute in questi mesi, nel perimetro della maggioranza e nella composizione dell’esecutivo, oppure si deve procedere al suo scioglimento perchè qualsiasi altro esecutivo e qualsiasi altra maggioranza sarebbero in ogni caso diversi ’rispetto alle componenti della coalizione che si è presentata alle elezioni politichè. Il Capo dello Stato si è consapevolmente fatto custode di ogni tradimento della volontà elettorale così come essa si è manifestata nelle urne", conclude Napoli.
Bersani: "Ci rimettiamo alle Camere" "Ci rimettiamo alla valutazione dei presidenti di Camera e Senato". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta la nota del Presidente della Repubblica. Da Caserta, dove parla per sostenere il candidato di centrosinistra, Carlo Marino, il leader del Pd sottolinea: "Il decreto sviluppa solo sottosegretari. E, non a caso, c’è il richiamo del Presidente della Repubblica nella sua assoluta correttezza istituzionale. Gli italiani non capiscono se c’è stata la nomina di un’accozzaglia di di sottosegretari, oppure è nata una nuova maggioranza parlamentare con il Parlamento che si riduce a luogo di compravendita di deputati e senatori. Per quello che riguarda, aspettiamo sereni le valutazioni di Fini e Schifani".
Le opposizioni Immediate le reazioni del mondo politico. "Il presidente Napolitano ha ragione: l’attuale governo è sostenuto da un’altra maggioranza rispetto a quella uscita dalle urne e Berlusconi ha il dovere di presentarsi alle Camere e chiedere la fiducia per il nuovo esecutivo. È un altro governo rispetto a quello del 2008", lo ha affermato in una nota il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
Il Colle sulla Rai Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affrontato con il presidente della Rai, Paolo Garimberti, e con il nuovo direttore generale, Lorenza Lei, le questioni relative alla "piena e tempestiva attuazione del regolamento approvato dalla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e alla necessaria informazione sulle modalità di svolgimento della consultazione referendaria". Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
Il capo dello Stato ha ricevuto oggi Garimberti e Lei al Quirinale e, si legge nella nota, si è complimentato con quest’ultima "per l’ampia fiducia accordatagli e le ha formulato gli auguri di buon lavoro al servizio dell’emittente radiotelevisiva pubblica". Immediata la replica di viale Mazzini: la Rai informa che da questa sera comincerà la messa in onda degli spot informativi sui temi referendari che terminerà lunedì 13 giugno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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