L'esecutivo celebra i numeri positivi sul lavoro. "Non potevamo lasciare i giovani alla finestra"

Il governo celebra i suoi risultati al Festival del Lavoro, kermesse organizzata a Bologna dai consulenti del lavoro e dalla loro Fondazione studi

L'esecutivo celebra i numeri positivi sul lavoro. "Non potevamo lasciare i giovani alla finestra"
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Il governo celebra i suoi risultati al Festival del Lavoro, kermesse organizzata a Bologna dai consulenti del lavoro e dalla loro Fondazione studi. Tre giorni in cui gli esponenti dell'esecutivo hanno potuto rivendicare un trend più che favorevole. L'occupazione è ai minimi dal 2009: 7.6%, il miglior dato da un decennio almeno. 383mila persone occupate in più rispetto allo scorso anno. Crescono i contratti a tempo indeterminato e, oltre ai disoccupati, diminuiscono pure gli inattivi. Il tutto certificato dall'Istat. La scelta di aver destrutturato l'assistenzialismo grillino sta pagando. E poi c'è un disegno complessivo, armonizzato attraverso il dl lavoro, che porterà ulteriori frutti, dopo l'approvazione di tre giorni fa. Il ministro Calderone ha esordito spiegando di non essere cambiata per via dell'incarico: «Ho delle scarpe basse perché mi consentono di ricordare che devo restare attaccata al suolo. Chi ha ruoli di responsabilità rischia di respirare un'aria rarefatta che dà alla testa». Per il capo del Dicastero del Lavoro, la legge appena passata al vaglio è «semplice». E «semplice» non vuol dire «banale». Un passaggio focale sulla giovani generazioni: «Non ci possiamo permettere che i giovani restino alla finestra a vedere passare il presente e loro futuro, non ci possiamo permettere che non giochino la partita», ha aggiunto la Calderone.

Per il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, è fondamentale «lavorare moltissimo sulle dinamiche europee perché è da lì che si creano le condizioni per rafforzare il nostro sistema Paese». La Bernini, a Bologna, ha citato anche l'impegno di Tajani, che ha parlato del tema da un'iniziativa di Forza Italia: «Il nostro obiettivo è quello di incrementare il numero degli occupati. I dati dell'Istat ci danno ragione. Dobbiamo continuare a sostenere imprese, commercio, agricoltura, artigianato, liberi professionisti, perché aiutando questi settori creiamo nuovi posti di lavoro», ha sottolineato il vicepremier e ministro degli Esteri. Tornando alla manifestazione di Bologna, presente pure il viceministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, che in questi giorni aveva commentato lo spaccato emerso dall'Istat. «I dati smentiscono chi gioca contro l'Italia. Lavorando bene i risultati arrivano, come insegna Giorgia Meloni». Ieri l'occasione per ribadire che «se si ferma l'Emilia Romagna, si ferma l'Italia». E per questo è stato fondamentale che l'esecutivo sia intervenuto subito nel post-alluvione per ripristinare la «mobilità».

Il centrosinistra è in difficoltà per le evidenze statistiche sull'andamento del lavoro. E allora rilancia la polemica del salario minimo. «La ministra del Lavoro dice che non serve una legge sul salario minimo. A lei e al governo vorrei ricordare che ci sono tre milioni di lavoratrici e lavoratori poveri in Italia», ha provato a incalzare Elly Schlein.

Proprio la kermesse bolognese, però, è stata per la Calderone l'occasione di ribadire un principio. «Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge». E ha ricordato la direttiva Ue che parla di più «percorsi». Le cifre e l'andamento stanno dando ragione piena alla Meloni e al ministro Calderone.

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