Pnrr, la Meloni spegne le polemiche sui ritardi: "C'è troppo allarmismo"

Il presidente del Consiglio garantisce che c'è un "ottimo" clima di collaborazione con la Ue: "Stiamo lavorando per risolvere problemi nati da altri governi"

Pnrr, la Meloni spegne le polemiche sui ritardi: "C'è troppo allarmismo"

Il governo di centrodestra continua a lavorare nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, intervenendo su nodi creati da scelte politiche del passato nel tentativo di non perdere i fondi europei. A ribadirlo è stata Giorgia Meloni che, tra le altre cose, ha garantito che le tempistiche relative al Pnrr allo stato attuale non rappresentano un motivo di grande ansia: "Non sono preoccupata dai ritardi sul Pnrr, stiamo lavorando molto. Non mi convince molto la ricostruzione allarmista".

I nodi sul Pnrr

Il presidente del Consiglio, intervenuto a margine della sua visita al Vinitaly di Verona, si è espresso sulle polemiche politiche arrivate negli ultimi giorni dall'opposizione e ha smentito l'ipotesi di prendere in considerazione la possibilità di perdere le risorse destinate al nostro Paese: ciò su cui punta è invece la forte determinazione nel "farle arrivare a terra in maniera efficace". Inoltre ha giudicato "ottimo" il clima di collaborazione con l'Unione europea su questo tema.

Meloni ha fatto notare che l'esecutivo da lei guidato sta cercando di invertire la rotta e di mettere un riparo a dei potenziali rischi che potrebbero mettere in forte discussione i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: "Stiamo lavorando molto su questo, anche per favorire soluzioni a problemi che oggi nascono ma che non sono figli delle scelte di questo governo".

Il dialogo con la Ue

Dal suo canto la Commissione Ue sta chiedendo di avere a disposizione maggiore documentazione per quanto riguarda progetti che erano già stati inseriti nel Pnrr. Meloni ha riconosciuto che "c'è un grande lavoro da fare", ma allo stesso tempo ha annotato che lo scenario di una presunta catastrofe dipinta dalla sinistra non corrisponde a verità: su determinati fronti "bisogna verificare la fattibilità" portando avanti l'interlocuzione con la Commissione "sulla base di quello che noi riteniamo sia necessario per spendere queste risorse al meglio".

Il Pnrr è da intendersi come una grande sfida, da affrontare però con adeguati mezzi per essere in grado di centrare gli ambiziosi traguardi. Non a caso all'Europa è stata chiesta una maggiore flessibilità proprio per far sì che le risorse siano utilizzate con grande tempesitivtà su una serie di progetti davvero utili per l'Italia.

Va in questo senso anche il nuovo Codice degli appalti che, come spiegato da Adolfo Urso, si pone l'obiettivo di velocizzare i tempi di realizzazione.

"Questo perché la realizzazione di grandi opere abitualmente hanno tempi di realizzazione di 13-15 anni, ovviamente non compatibili con quelli del Pnr", ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy. Secondo cui è necessario puntare sui progetti che raccolgono "la duplice sfida ecologica e digitale e realizzabili nel tempo dovuto".

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