Il principio cardine è quello della fiducia. Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini è netto nel presentare il nuovo codice degli appalti: «È una scelta culturale - spiega in un colloquio con il Giornale e altri quotidiani - noi diamo fiducia ai sindaci, alle imprese e ai liberi professionisti». Salvini tiene fra le mani un libretto smilzo di 229 articoli: «Abbiamo provato a sburocratizzare, a semplificare, a rendere meno tortuoso il percorso che finora era un susseguirsi di ostacoli, di veti, di blocchi».
Fiducia, dunque, che poi vuol dire inevitabilmente privilegiare alcuni strumenti tecnici rispetto ad altri. Così, la traduzione di questo nuovo rapporto fra i diversi soggetti si misura con l`innalzamento dell`asticella che impone un bando di gara coni i suoi tempi interminabili. «Abbiamo deciso - spiega il vicepremier - che fra 1 e 5 milioni si potrà scegliere come andare avanti: l`affidamento diretto oppure la negoziazione con un numero ristretto di imprese», lasciando come ipotesi residuale il vecchio, classico bando.
«In questo modo - riprende Salvini - i tempi medi si accorciano di un anno e altro tempo si recupera portando da tre a due le fasi di progettazione».
Inutile dire che le critiche si sprecano ed è tutto un diluvio di previsioni cupe: così si incentiva l`illegalità, così si moltiplicheranno gli incidenti sul lavoro, così si favorisce il malaffare e pure la mafia. Cgil e Uil sono sul piede di guerra, come l`Anac, l`authority anticorruzione, e pure l`opposizione.
«Certo - replica lui sul filo dell`ironia - questo codice provocherà anche i terremoti, le inondazioni e il dissesto idrogeologico. Mi permetto però di dire che noi diamo maggiore responsabilità ai soggetti chiamati a condividere il processo di autorizzazione e costruzione di quell`infrastruttura: «Un sindaco avrà più responsabilità con il nuovo sistema che diventerà operativo il 1 luglio, anche se qualche settimana in più di rodaggio e di confronto con l`Europa non guasterebbe. Io penso - aggiunge il ministro - che se riduci i tempi e i passaggi dai anche meno opportunità al mafioso e al criminale di infilarsi in mezzo e di inquinare la realizzazione dell`opera».
È proprio un rovesciamento della prospettiva rispetto a prima, anche se naturalmente si capirà solo sul campo se il meccanismo funzionerà. È un po` la stessa filosofia che predica Carlo Nordio quando sostiene che per combattere mazzette e tangenti non serve inasprire le pene, ma disboscare la foresta delle norme in cui fatalmente si resta impigliati. «Certo - spiega il ministro - l`authority non farà più parte della cabina di regia, ma tornerà al suo ruolo di controllore, come è giusto che sia».
Salvini è ottimista: «Non ci sarà più il no secco del committente, ma semmai il sì condizionato», insomma si avvia un dialogo, si spera costruttivo fra il privato e l`istituzione, così da spingere l`avanzamento di quel cantiere. E poi per dare forza al mercato e alla libera concorrenza, il codice gioca la carta della suddivisione di un`opera in lotti. «Certo, il Ponte sullo Stretto - prosegue Salvini - sarà un lotto solo, ma l`alta velocità no». E questo dovrebbe incentivare la messa in circolo di energie e risorse.
«Si è discusso in consiglio dei ministri anche dell`errore professionale grave». Dove far scattare l`esclusione? «Abbiamo voluto - è la risposta - un impianto garantista, dunque per molti reati l`esclusione scatta non dopo l`avviso di garanzia o il rinvio a giudizio, ma dopo una condanna di primo grado, anche se qualcuno avrebbe preferito dopo la condanna definitiva. Mi pare di aver raggiunto un buon punto di compromesso».
Salvini indica infine un ultimo punto: «La premialità delle imprese italiane e l`esclusione dai contratti per le imprese dei paesi che non rispettano nella fornitura dei materiali l`ambiente e i diritti dei lavoratori».
Almeno in parte, questi sbarramenti possono essere letti come una clausola anti Cina. Ma il leader della Lega mette le mani avanti: «Se poi un`impresa è nelle mani di un`altra attraverso un sistema di scatole cinesi, io faccio fatica a saperlo. Comunque, se dovessimo lanciare una nuova gara per il Ponte, metto per iscritto che vincerebbero i cinesi. Con ribassi e ancora ribassi».
C`è
spazio per un`ultima questione: ma il codice rallenta la corsa del Pnrr, come teme il Terzo Polo? «No, semmai l`aiuta - scatta il ministro - anche se quella è tutta un`altra storia che non c`entra niente con il nuovo codice».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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