Il derby di Milano torna nelle mani dell'Inter dopo lungo e meritato inseguimento. Il Milan resta fulminato nella notte del possibile sorpasso sulla Juve. Decide Diego Milito, uno dei "rieccoli" di casa Moratti, riapparso giusto in tempo per prendere la mira col Parma e scaldare il piedino magico al cospetto del Milan. Ibra e Pato invece restano a guardare, come le belle statuine. Dominati dalla difesa interista che nella circostanza si mostra degna di miglior fama. Claudio Ranieri manda di traverso il contratto appena firmato ad Allegri: già l'anno scorso, con la Roma, sempre a San Siro, procurò lo stesso scossone alla sua panchina. A questo punto fa meno freddo ad Appiano Gentile.
Con meno cinque dal Milan e meno sei dalla capolista Juventus, l'Inter può sentirsi a tutti gli effetti rientrata in corsa per partecipare al volatone della Champions e magari strizzare l'occhio a una remontada di quelle storiche. Mai dire mai se i vecchi guerrieri dell'era Mourinho si rimettono la corazza e l'elmetto. Il Milan soffre ancora gli scontri diretti, come accaduto in avvio di stagione con Napoli e Juventus. Allora ci fu una giustificazione legittima: squadra dimezzata dalle assenze e da una preparazione fisica precaria. Questa volta no. E sul successo dell'Inter c'è poco da discutere. Mentre invece sulla resa di ieri sera del Milan specie nella confezione del gioco d'attacco c'è da registrare una bella, netta regressione. La presenza di Pato nel derby non procura alcuna scossa ai rossoneri. Anzi il Papero subisce forse la grande attesa e i riflettori puntati sulle sue azioni. Poche le giocate utili alla causa firmate nella sua apparizione. Gli altri, è bene ripeterlo, non han combinato di meglio. Van Bommel è stato il pilastro e lo zero in condotta ne è una conferma.
Sul primo errore del Milan, maturato in avvio di ripresa, nemmeno dieci minuti, l'Inter costruisce la sua orgogliosa rivincita inseguita con pazienza d'accordo ma anche con ostinazione. E appena Abate sbava un rinvio lasciando via libera a Milito, ecco il rospo farsi principe e trovare col suo piattone l'angolo scoperto di Abbiati. Allegri corre ai ripari con l'azzardo: Emanuelson terzino al posto di Zambrotta e dentro Robinho che comincia a sbattere l'uovo senza servire mai lo zabaione. Ranieri, dal suo canto, non se ne sta a guardare e corregge subito lo schieramento rifugiandosi nel 4-4-2 che è come allacciare le cinture prima di una possibile turbolenza (Chivu per Alvarez impalpabile e più tardi Sneijder per Milito). Con il meglio dell'artiglieria rossonera schierata, il Milan vede poco la porta di Julio Cesar e anzi tocca a Nagatomo sprecare l'occasione per inchiodare il derby e restituirlo alla sua parte, in attesa da troppo tempo. Le migliori esibizioni al tiro dei milanisti, rimasti imbottigliasti dentro la ridotta di Lucio e Samuel, arrivano da un bel destro di Seedorf, intervenuto nel finale. Di Ibra e Pato (poi sostituito da El Shaarawy) nessuna traccia, nessuna notizia di rilievo.
Servirebbe una scintilla per accendere il derby e dargli luce, una luce abbagliante che invece resta ai lati di San Siro mai nascosto dalla nebbia che avvolge il resto della periferia. La scintilla iniziale è la punizione arcobaleno di Maicon che Thiago Motta, di testa, gira alle spalle di Abbiati con potenza e precisione: l'assistente Copelli è il primo a sollevare il dubbio, non per Thiago partito in mezzo al mucchio, semmai per altri due neroazzurri, Samuel tra questi, rimasti oltre la linea della difesa rossonera. Perciò Orsato non tradisce alcun dubbio e anzi lascia scorrere il derby dominando tutti gli scontri, feroci e non, con qualche fischio autorevole, imponendo un metro inglese.
Il Milan perde troppi palloni prima di mettersi di buzzo buono e di apparecchiare per il pallido Pato un paio di occasioni finite male. Lo squillo di tromba milanista arriva sul gong con Van Bommel che schianta la traversa (ma c'è Ibra in fuorigioco davanti a Julio Cesar). L'Inter non riesce ad addentare la difesa milanista ritrovandosi alla fine della prima frazione con una succosa palla-gol finita sui piedi di Alvarez ma all'argentino trema il piedino.
L'arrembaggio finale del Milan, con poca testa e nessuna lucidità, finisce sullo steccato nerazzurro che torna a salutare la curva e a far festa per le vie di Milano. Da oggi si ricomincia. E ricomincia forse un altro campionato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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