Grande Giovinco, ma non vale Cassano

Grande Giovinco, ma non vale Cassano

Così piccolo... Eppoi così Cicciobello... Però quel piedino... Dici Giovinco e il cuore bianconero diventa bianconeuro: va in tilt qualunque logica. Piace perchè fila tra le gambe come Speedy Gonzalez, non importa se ogni tanto va a sbattere contro gli armadioni e rimbalza indietro. Non conta se non sa giocare dove lo metti, ma gioca bene solo dove sa. Poco conta se, davanti a difese arroccate, è un piumino e niente più. Giovinco ha il fascino dell’incompreso, l’alone del mistero, introduce alla goduria della playstation. Il mondo Juve oggi sbava per Juvinco che potrà diventare Giovince e per ora non è Giovinto. L’età (22 anni) sta dalla sua. Peso e altezza un po’ meno. Ricordate Rui Barros e Zavarov? Giocatori di qualità, pieni di vitalità, due sghiribizzi di classe che hanno cercato di lasciare il segno dal basso del loro metro e qualche spanna. Giovinco è uno di loro (m.1,64). Innanzitutto fanno simpatia. Che poi facciano successo è un’altra storia.
I fuoriclasse sono stati altro: Sivori, Platini, Zidane. Domenico Marocchino, tifoso assatanato di casa Juve, sostiene che Giovinco è uno Zidane in potenza: stessa resistenza fisica, a metà solo nell’altezza. Zidane potrebbe querelare. Casiraghi, ct under 21, dice che calcia le punizioni a giro come Del Piero e Pirlo. Un inchino.
Ma questo spiega il fascino quasi perverso di Giovinco, che s’è guadagnato elogi mettendo le ali alla Juve contro il Bologna. E, in precedenza, aveva alternato belle giocate a benemerenze eccessive, qualcuna per la bocca buona dei critici. Addosso ha il marchio di casa: nato e cresciuto in bianconero, emigrato a Empoli, tornato per scalare la hit dei cuori e le gerarchie di squadra. Per ora 22 presenze e 3 gol. Curriculum dignitoso. Del Piero spesso dimentica di passargli il pallone. Sarà un caso? O forse no.
E qui sta la domanda indifferibile: la Formica atomica (soprannome impegnativo) è l’uomo per il salto di qualità? Per aggiustare i problemi di fantasia, ma anche quelli dell’utopia che chiama scudetto e Champions nei prossimi due anni? Chi si tiene Giovinco e rinnega l’idea Cassano? Chi se la sente di snobbare David Silva, terremoto del Valencia, e affidarsi alla Formica? Chi preferisce Cicciobello e dimentica Diego, il brasiliano del Werder? Con Giovinco la Juve spenderebbe niente. Con gli altri avrebbe una speranza in più. Dicono: Giovinco deve giocare dietro le punte, sennò non rende. Non è Nedved. Non è una punta. Fa gli assist. Bene, Cassano li fa meglio. Corre tanto. Silva corre di più.

Non ha ancora la personalità per comandare. Diego ce l’ha. E forse Del Piero gli passerebbe la palla.
Oggi Giovinco è tutto e niente. Può diventare grande, ma è ancora piccolo. Ha vinto la guerra delle formiche, ma la Champions è una guerra di giganti.

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