Grecia, un mostro creato dagli Usa

Per capire la crisi del debito pubblico della Grecia che scuote i mercati finanziari bisogna andare negli Usa, nel mondo di grandi banche d’affari, come Goldman Sachs che gestiscono prodotti finanziari chiamati derivati, da cui è nata la crisi finanziaria mondiale. Quelli di cui si sta discutendo per la Grecia sono mega-bidoni finanziari, con cui il Tesoro greco s’è indebitato in modo eccessivo, senza che ciò risultasse nel suo bilancio pubblico. E quel che è peggio, adesso che i giornali tedeschi hanno scoperto tutto ciò, si è diffusa la notizia che i dati del debito pubblico greco sono falsi ma non si sa di quanto. E così le quotazioni di tale debito vanno malissimo, Atene ha chiesto aiuto all'Europa, i tre big dell'area euro, cioè Sarkozy, Angela Merkel e Berlusconi hanno sottoscritto un impegno ad aiutare la Grecia nel caso che essa diventi insolvente, per il suo debito ufficiale di 300 miliardi di euro.
Quanto abbia guadagnato Goldman Sachs con queste operazioni non si sa. Si sa però che alla fine del 2009, mentre emergeva la crisi, esponenti del nuovo governo del Pasok (il partito socialista greco) presieduto da Georges Papandreu, si sono incontrati segretamente con David Cohn, presidente di Goldman Sachs, per escogitare nuovi aiuti basati sui sistemi precedenti. Papandreu non ha però avuto il coraggio o il tempo di accettare l’offerta, perché si è iniziato a scoprire il pasticcio. Esso ha avuto il suo inizio (almeno pare) nel 2000, quando al potere in Grecia c'era il Pasok, guidato da Costa Simitis, che aveva bisogno di abbellire il bilancio per entrare nell’euro. Goldman Sachs, guadagnandoci sopra cominciò a vendere derivati ad Atene. E per prima cosa lo fece coi debiti della sanità. L’operazione fu, a quanto pare, uno swap, ossia uno “scambio“ fra i debiti che la sanità greca aveva, in dollari, con altri debiti in euro, che non davano luogo al pagamento degli interessi nell’immediato, ma nel futuro, con un onere maggiore. Con questo swap, cioè concambio, l’onere per interessi sul debito sanitario greco del 2000 venne cancellato di colpo e quello del 2001 e di qualche anno successivo subì una drastica riduzione, ma quello degli anni futuri aumentò più che in proporzione.
Costas Simitis aveva vinto le elezioni del 2000 per un soffio, il Pasok comandava in Grecia da tempo immemorabile, con l’appoggio dei banchieri (è un destino comune alle sinistre europee, dagli anni ’90 in poi, da quella inglese a quella della Spagna, a quella del Portogallo) e pensava che avrebbe perso le prossime, come è poi accaduto nel 2004. Quindi spostare il debito nel tempo era un metodo per scaricare sugli altri le proprie responsabilità. Però ogni anno c’erano nuovi problemi e il Pasok doveva pompare l'economia greca, per farla crescere. Ecco così altri aiuti di Goldman Sachs, con altri derivati. Uno è consistito nel vendere a questo colosso della finanza Usa i proventi futuri degli aeroporti e delle autostrade greche. In Europa, questa operazione, che si denomina cartolarizzazione, è regolamentata dalle autorità di Bruxelles che la considerano una forma di debito pubblico. Solo nel caso della vendita di immobili pubblici, il provento della cartolarizzazione non è considerato un debito, per quote frazionate nel tempo. È chiaro che vendendo non un immobile che allo Stato non rende, ma le entrate pubbliche future non si ottiene un’entrata, ma ci si indebita in un modo incauto. E tanto più quando lo si fa con Goldman Sachs che trasforma tale diritto alle entrate statali future in un prodotto finanziario che vende sul mercato. Così il governo che fa questa cessione non sa neppure chi sarà il proprietario delle sue entrate. Anche il governo di centrodestra Nuova democrazia, guidato da Karamanlis, succeduto a quello del Pasok nel 2004 si è impataccato con operazioni con Goldman Sachs per spostare al futuro i debiti greci. E ora Papandreu, col Pasok, si trova a gestire un’eredità di sperperi.
I conti attuali dell'Italia a differenza di quelli greci sono in ordine, il nostro debito pubblico non è sotto tiro, perché il governo italiano è credibile. Così Berlusconi firma una garanzia per il debito greco, insieme a Merkel e Sarkozy. E Jean-Claude Trichet, governatore della Banca centrale europea, dice che con queste tre firme si può stare tranquilli.

Ma ci si augura che se li paghino i greci, questi debiti, non i contribuenti italiani, che alla fine degli anni '90 hanno dovuto pagare il costo di un’operazione di swap escogitata dal governo Prodi nel 1996, per abbellire il bilancio del 2007, per far entrare l'Italia nell'euro.

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