"Una coalizione di Paesi contro l'attacco dell'Iran": il piano per difendere Israele

La coalizione che sventò l'attacco iraniano di aprile era composta da Israele, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Qatar, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein

"Una coalizione di Paesi contro l'attacco dell'Iran": il piano per difendere Israele
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Israele trattiene il fiato in attesa della reisposta dell'Iran, pronto a colpire duro per vendicare lo smacco subito in occasione dell'assassinio di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, ucciso in un raid che ha colpito l'edificio dove si trovava nella capitale iraniana. Un attacco, non rivendicato dalle Forze di difesa israeliane (Idf), ma che il gruppo filo palestinese e la Repubblica islamica hanno subito attribuito a Tel Aviv. L'intelligence israeliana è convinta che sia solo questione di ore prima che Hezbollah reagisca, molto probabilmente nell'ambito di un'offensiva coordinata insieme agli altri membri dell'"Asse della resistenza", ovvero iraniani, Houthi yemeniti, i siriani, le forze della cosiddetta mobilitazione popolare sciita irachena, la citata Hamas e la Jihad islamica. Ecco, dunque, che Israele è pronta a dispiegare le sue difese. E non è da escludere un supporto da parte della coalizione dei Paesi che già ad aprile aveva aiutato lo Stato ebraico a respingere il raid iraniano.

La coalizione dei Paesi a sostegno di Israele

Da una parte l'Asse della resistenza, dall'altra la coalizione di Paesi che dovrebbe sostenere Israele in caso di attacco nemico. Che cosa sta succedendo? Secondo l'emittente israeliana Kan, che ha citato diplomatici occidentali, si starebbe svolgendo "un intenso lavoro" sull'argomento e l'operazione potrebbe andare a buon fine perché "tutti hanno interesse a che l’incidente non si trasformi in una guerra regionale". Ricordiamo che la coalizione che sventò l'attacco di aprile era composta da Israele, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Qatar, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Chiaro l'obiettivo: ridurre al minimo l'effetto della vendetta di Teheran e scongiurare che il conflitto possa generare un incendio in tutto il Medio Oriente.

Certo è che il conto alla rovescia è iniziato. Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha detto alle controparti dei paesi del G7 che Washington ritiene che un attacco iraniano contro Israele potrebbe iniziare entro le prossime 24-48 ore. Secondo quanto riportato dal sito Axios, Blinken ha parlato con le sue controparti durante gli sforzi degli Usa per allentare le tensioni nella regione e prevenire lo scoppio di una guerra totale.

Poiché gli Stati Uniti ritengono che un attacco iraniano sia inevitabile, lo stesso Blinken ha detto ai suoi omologhi che fare pressione su Teheran affinché limiti il suo assalto è il modo migliore per evitare una guerra regionale. Blinken ha inoltre spiegato che gli Usa non conoscono l'esatto momento dell'attacco iraniano pianificato ma è probabile che questo potrebbe iniziare già oggi.

Tra attacco preventivo e difesa

Spunta però un'ipotesi clamorosa: Israele prenderebbe in considerazione l'idea di lanciare un attacco preventivo per scoraggiare l'Iran se scoprisse prove inconfutabili che Teheran si starebbe preparando a colpire. Lo hanno riferito i media israeliani dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato i responsabili della sicurezza per una riunione ieri sera. L'incontro, a cui hanno partecipato il ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato maggiore dell'Idf tenente generale Herzi Halevi, il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar, si è tenuto nel contesto dei preparativi per gli attacchi previsti contro Israele da parte dell'Iran e del suo alleato libanese Hezbollah.

Secondo alcune stime, Israele non sa esattamente cosa aspettarsi dall'Iran e dai suoi alleati e sta quindi valutando un'ampia gamma di opzioni su come rispondere al meglio a un eventuale attacco o come prevenirlo.

Durante l'incontro con Netanyahu, è stata discussa l'opzione di colpire l'Iran come misura deterrente, ha riferito Ynet, sebbene i funzionari della sicurezza abbiano sottolineato che tale mossa sarebbe stata autorizzata solo se Israele avesse ricevuto informazioni di intelligence certe che confermassero che Teheran sta per lanciare un attacco.

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