La rabbia ai funerali di Haniyeh. "Ora l'attacco contro Israele"

In migliaia alle esequie, Khamenei prega e minaccia: "Ci sarà una dura punizione". Il Nyt: l'attacco compiuto con una bomba nascosta da due mesi, non con un missile

La rabbia ai funerali di Haniyeh. "Ora l'attacco contro Israele"
00:00 00:00

Migliaia di persone hanno partecipato ieri a Teheran ai funerali di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas ucciso in un raid che ha colpito l'edificio dove si trovava nella capitale iraniana. Attacco che Hamas e la Repubblica islamica attribuiscono a Israele.

Il feretro è stato portato in processione tra le strade. Partito dall'università, il corteo è arrivato in piazza Azadi. Poi la bara di Haniyeh dovrebbe essere trasferita in Qatar per la sepoltura. L'ayatollah Ali Khamenei ha guidato la preghiera e il nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian è stato in piedi accanto a lui. La televisione di stato iraniana ha mostrato le bare di Haniyeh e della sua guardia poi caricate su un camion, con la gente che lanciava loro fiori. La folla aveva manifesti di Haniyeh e bandiere palestinesi e cantava «morte a Israele».

Khamenei, durante il suo intervento, è stato molto secco, ha minacciato una «dura punizione» e ha ordinato un attacco diretto allo Stato ebraico. Presente alle esequie anche il capo dei Pasdaran, il generale Hossein Salami. Khalil al-Hayya, membro del Politburo di Hamas, ha invece promesso durante la cerimonia funebre che «lo slogan di Ismail Haniyeh, Non riconosceremo Israele, rimarrà uno slogan immortale» e che «perseguiremo lo Stato ebraico finché non sarà sradicato dalla terra di Palestina». Si è aggiunto al coro anche il presidente del Parlamento, il conservatore Mohammad Bagher Ghalibaf e ha ribadito che l'Iran «eseguirà sicuramente l'ordine del leader supremo di vendicare Haniyeh: è nostro dovere rispondere al momento giusto e nel posto giusto», ha intimato in un discorso davanti alla folla che cantava «Morte a Israele, Morte all'America!». «Devono essere adottate varie azioni e i sionisti si pentiranno di sicuro», ha tuonato invece il capo di Stato maggiore dell'Esercito iraniano, Mohammad Bagheri.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha replicato in maniera altrettanto inequivocabile: «Siamo preparati a qualsiasi scenario e resteremo uniti e determinati». A Teheran, però, si prepara la rappresaglia per il blitz di mercoledì. Alti funzionari iraniani incontreranno i rappresentanti delle milizie alleate in Libano, Iraq e Yemen per discutere di potenziali raid contro Israele.

L'azione fulminea dello Stato ebraico ha colto di sorpresa il regime degli ayatollah ed è ancora giallo sulla dinamica dell'eliminazione di Haniyeh, anche perché ci sono molti dubbi su come Tel Aviv abbia potuto eludere i sistemi di difesa aerea iraniani per realizzare un raid di questa portata nella capitale. Il New York Times infatti ha rivelato che Haniyeh sarebbe stato ucciso da un ordigno esplosivo introdotto di nascosto nella guest house di Teheran dove alloggiava e non, come ipotizzato, da un missile lanciato fuori dall'Iran. Secondo cinque fonti mediorientali, la bomba sarebbe stata nascosta circa due mesi fa nella guest house, gestita e difesa dai Pasdaran e parte di un grande complesso, noto come Neshat, situato in un quartiere benestante di Teheran nord. La bomba, hanno sottolineato i cinque funzionari, è stata fatta brillare a distanza, una volta confermata la presenza di Haniyeh.

L'esplosione, che ha anche provocato la morte di una sua guardia del corpo, ha scosso l'edificio, mandato in frantumi alcune finestre e causato il crollo parziale di un muro esterno. Un alto funzionario di Hamas ha svelato che l'omicidio è avvenuto nello stesso palazzo in cui Haniyeh aveva soggiornato durante le precedenti visite in Iran.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica