Gal Hirsch, "cigno nero letale": chi è il generale scelto per liberare gli ostaggi israeliani

Ex comandante della temibile Unità Shaldagh e criticato per la conduzione della sua divisione durante la seconda guerra del Libano, il generale è stato scelto da Netanyahu per uno dei compiti più difficili di questa guerra

Gal Hirsch, "cigno nero letale": chi è il generale scelto per liberare gli ostaggi israeliani
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Per recuperare gli ostaggi, per salvare le persone finite nelle mani di Hamas o del Jihad islamico palestinese dopo l'assalto di sabato contro Israele, Benjamin Netanyahu ha scelto di affidarsi al generale Gal Hirsch.

La decisione del premier dello Stato ebraico non è casuale e non è certo priva di un peso specifico all'interno delle gerarchie politiche e militari del Paese. Amato e odiato allo stesso tempo, Hirsch rappresenta uno degli uomini più letali e controversi dei vertici militari israeliani, al punto che da uomo che avrebbe potuto quasi certamente ambire allo Stato maggiore delle Israel defense forces, si è dovuto ritirare giovane e cambiare vita.

Nelle unità speciali

La sua carriera è legate a doppio filo a quelle forze speciali. Prima a servizio della 35esima Brigata, la brigata dei paracadutisti dello Stato di Israele, fondamentale fu il suo passaggio nella Unità Shaldagh, l'élite delle forze speciali dell'Aeronautica israeliana. L'unità è stata fondata proprio a seguito dello scoppio della guerra dello Yom Kippur e ha una lunga carriera alle spalle di operazioni clandestine, controspionaggio, liberazioni di ostaggi e assalti oltre le linee nemiche. Hirsch è stato una delle personalità più importanti dello Shaldagh, diventandone anche comandante. Poi, la sua carriera è cambiata radicalmente quando è stato scelto per comandare la 91esima divisione delle Idf durante la guerra del Libano, nel 2006.

Il flop contro Hezbollah

In quell'occasione, il comandante, già noto per sue particolari teorie sulla modalità di gestione dei conflitti, fu considerato dai suoi detrattori come uno degli artefici di quello che per molti in Israele è considerato un fallimento strategico. Aspramente criticato per come erano stati condotti gli scontri con Hezbollah, la milizia sciita libanese, le luci della ribalta iniziarono a spegnersi per poi costringerlo a ritirarsi dal servizio attivo. A quel punto, passato nella riserva, Hirsch ha attirato l'attenzione mediatica e degli esperti per i suoi studi sulla guerra, diventando uno dei personaggi più noti tra gli analisti e tra gli addetti ai lavori nonostante lo stigma della seconda guerra del Libano. Come ricordato da Davide Frattini sul Corriere della Sera, particolarmente rivoluzionario fu l'articolo con cui esortava a realizzare un "cigno nero letale" per colpire i nemici di Israele.

Una carriera che sfiora la politica

Nel 2015 si è iniziato ad avvicinare alla vita pubblica, sfiorando la carica di capo della polizia dove era fortemente voluto dal ministro della Pubblica Sicurezza Gilad Erdan. A fermarlo una serie di accuse da parte di Fbi e investigatori israeliani su alcuni illeciti legati alla sua azienda. Le indagini riguardavano, secondo i media locali, il sospetto del pagamento di tangenti da parte della Defense Shield Holdings per un ex ministro georgiano. Ha riprovato la strada della politica a fine 2018, quando per lui si sono aperte le porte del Likud, il partito di Netanyahu, per poi tentare con un suo partito.

La sfida più difficile per Hirsch

Adesso, all'ex comandante dello Shaldagh il compito più difficile della guerra più complessa di Israele: quello di liberare gli ostaggi in mano ad Hamas. Un modo per riabilitarsi definitivamente agli occhi del Paese, giocandosi sicuramente la partita più difficile.

Le brigate al Qassam hanno chiarito che sono pronte a sacrificare le persone rapite come deterrente agli attacchi israeliani. Hirsch sa come si compie questo lavoro sul campo. Ora però deve sapere gestire un posto vacante da molti mesi e coordinare un'azione su vasta scala contro un nemico sottovalutato da tutti.

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