"Superata la linea rossa". "È guerra totale". L'asse del terrore prepara la risposta a Israele

Il leader del gruppo libanese Hassan Nasrallah ha dichiarato che Tel Aviv ha "superato una linea rossa". Gli Houthi parlano invece di una "guerra totale e allargata" contro Tel Aviv

"Superata la linea rossa". "È guerra totale". L'asse del terrore prepara la risposta a Israele
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Tensione alle stelle tra Israele ed Hezbollah. Il leader del gruppo libanese Hassan Nasrallah ha dichiarato che Tel Aviv ha "superato una linea rossa". Il suo commento è arrivato in seguito all'uccisione del comandante Fuad Shukr in un raid israeliano su Beirut. "Siamo entrati in una nuova fase e le pressioni su tutti i fronti affinché la resistenza si arrendesse non hanno avuto successo", ha aggiunto in un discorso trasmesso in diretta tv in occasione del funerale dello stesso Shukr. "Quello che posso dire è che c'è una guerra totale e allargata contro il nemico israeliano. Tutte le opzioni sono possibili", ha intanto dichiarato all'Adnkronos il vice capo dell'Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi) e presidente del consiglio di amministrazione dell'agenzia di stampa Saba, Nasr al-Din Amer, interpellato sul possibile ruolo degli Houthi nella "vendetta" annunciata dalla Guida Suprema, Ali Khamenei, contro Israele in seguito all'uccisione di Ismail Haniyeh.

La vendetta di Hezbollah

"Il nemico non sa da dove arriverà la nostra risposta, se dal nord o dal sud della Palestina, e se sarà separata o simultanea", ha minacciato Nasrallah. La vendetta, secondo il leader del gruppo, sarà "reale e non formale e molto ponderata": "Il nemico e coloro che gli stanno dietro dovranno attendere la nostra inevitabile prossima risposta. Tra noi e loro ci saranno giorni, notti e campi di battaglia". Secondo il capo di Hezbollah "ciò che sta accadendo non è più fronte di sostegno" ad Hamas, "ma piuttosto una grande battaglia aperta i cui campi di battaglia includono Gaza, il Libano meridionale, lo Yemen, l'Iraq e l'Iran".

"Quando uno dei nostri comandanti diventa un martire viene rapidamente sostituito. Abbiamo un'eccellente nuova generazione di comandanti", ha aggiunto Nasrallah, che ha negato inoltre che la pressione militare spingerà alla resa Hamas, Hezbollah o altri gruppi sostenuti dall'Iran. "L'aspirazione di Benjamin Netanyahu è che Hamas gli dica: 'Vieni, ecco gli ostaggi e le armì. Questo non accadrà. Non ci arrenderemo, né a Gaza, né in Libano, né in Yemen", ha scandito.

Nel suo discorso Nasrallah ha negato che Hezbollah abbia effettuato l'attacco mortale al campo di calcio nella città di Majdal Shams, sul Golan occupato da Israele. "Abbiamo il coraggio di assumerci la responsabilità di dove colpiamo, anche se si tratta di un errore. Se abbiamo commesso un errore, lo ammetteremo e ci scuseremo", ha detto, "il nemico si è fatto giudice, giuria e boia senza alcuna prova".

La risposta degli Houthi

L'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh in un attacco missilistico a Teheran è un "crimine terroristico atroce", affermano i ribelli Houthi dello Yemen sostenuti dall'Iran in una nota. "Prenderlo di mira è un crimine terroristico atroce e una flagrante violazione delle leggi e dei valori ideali", scrive Mohammed Ali al-Houthi, membro dell'ufficio politico degli Houthi, su X. I ribelli yemeniti hanno lanciato droni e missili contro le navi nel Mar Rosso e contro obiettivi in Israele da novembre, affermando di agire in solidarietà con i palestinesi durante la guerra di Gaza.

Gli Stati Uniti hanno nel frattempo imposto nuove sanzioni su due persone e quattro aziende accusate di avere contribuito alla fornitura di armi ai ribelli yemeniti.

Le nuove sanzioni, ha detto il dipartimento del Tesoro, prendono di mira "attori chiave" in Cina, Hong Kong e Yemen che hanno "direttamente sostenuto gli sforzi degli Houthi per procurarsi materiali di livello militare".

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