Le Idf confermano la morte di Deif: "Cruciale per lo sradicamento di Hamas".

Il comandante delle brigate al-Qassam è stato ucciso in un raid aereo del 13 luglio vicino a Khan Younis, nella Striscia di Gaza. Era l'ideatore della strategia dei tunnel e strenuo oppositore di un cessate il fuoco con Tel Aviv

Le Idf confermano la morte di Deif: "Cruciale per lo sradicamento di Hamas".
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A un giorno di distanza dall’eliminazione di Ismail Haniyeh, Israele può festeggiare un’altra vittoria: Mohammed Deif è stato ucciso nell’attacco del 13 luglio vicino a Khan Younis. La notizia è stata diffusa dalle Idf, che hanno riferito di aver ottenuto nuove informazioni di intelligence che hanno confermato il decesso del capo delle brigate al-Qassam.

Il ministro della Difesa di Tel Aviv Yoav Gallant ha pubblicato sui social uno scatto che lo ritrae mentre traccia una X su una foto di Deif. “L'uccisione dell'omicida di massa Mohammed Deif, l’Osama Bin Laden di Gaza, è un passo cruciale verso lo sradicamento di Hamas come organizzazione militare e politica e verso il raggiungimento degli obiettivi di guerra che ci siamo prefissati”, ha scritto nel post. “L’operazione è stata condotta con precisione e professionalità dalle Idf e dall’Isa e riflette il fatto che Hamas si sta disintegrando. I terroristi possono arrendersi o saranno eliminati”.

Nell’attacco del 13 luglio è stato bombardato un compound appartenente a Rafa’a Salameh, capo della brigata Khan Younis di Hamas la cui morte è stata subito confermata da Israele. Nelle ore successive al raid, i terroristi avevano dichiarato che Deif era sopravvissuto, mentre Tel Aviv aveva ammesso di non avere informazioni sufficienti da accertarne il decesso. Il raid era stato anche duramente condannato dalla comunità internazionale, perché aveva provocato la morte di 90 persone.

La conferma della morte di Deif è un colpo molto duro per il movimento islamista palestinese. L’uomo, infatti, era l’artefice della strategia dei tunnel e degli attacchi missilistici contro Israele, nonché una delle menti dietro la strage del 7 ottobre e tutti i più sanguinosi attentati avvenuti nello Stato ebraico all’inizio del secondo millennio. Il capo delle brigate al-Qassam era sopravvissuto a diversi tentativi di eliminazione, l’ultimo dei quali nel 2021 durante l’operazione “Guardiano delle mura”. Pochissimi membri di Hamas avevano contatti con lui e, nel corso dei mesi di guerra, è stato indicato come uno dei più strenui oppositori ad un cessate il fuoco con Israele.

Ad oggi, l’unico nome rimasto in cima alla lista di obiettivi di Israele è quello di Yahya Sinwar, il capo del movimento islamista nella Striscia la cui posizione è al momento ignota.

Secondo quanto dichiarato dalla Cia, sarebbe nascosto nei tunnel sotto Khan Younis e sarebbe l’elemento chiave per la buona riuscita dei negoziati, oltre a essere bersaglio di pressioni interne da parte dei suoi stessi comandanti, stanchi di combattere, affinché accetti un accordo per porre fine al conflitto.

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