Sinwar "sotto pressione" e Deif disperso: il crollo della leadership di Hamas

Secondo la Cia, i comandanti di Hamas starebbero cercando di convincere il loro capo ad accettare un accordo di tregua. Ancora incertezza sulla sorte di Mohammed Deif, bersaglio del raid israeliano del 13 luglio

Sinwar "sotto pressione" e Deif disperso: il crollo della leadership di Hamas
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Sono due le persone in cima alla lista dei bersagli di Israele: il capo di Hamas a Gaza Yahya Sinwar e il leader delle brigate al-Qassam Mohammed Deif. Sono ritenuti i responsabili principali dei massacri del 7 ottobre e sin dall’inizio della guerra il governo ebraico ha indicato la loro eliminazione come uno degli obiettivi principali dello sforzo bellico.

Yahya Sinwar: il capo di Hamas nascosto e sotto pressione

Secondo l’intelligence americana, Yahya Sinwar si nasconderebbe nella rete di tunnel sotto Khan Younis, la sua città natale, e sarebbe l’elemento chiave per la buona riuscita dei negoziati per un cessate il fuoco. Stando a quanto affermato dal direttore della Cia Bill Burns, il capo di Hamas starebbe anche subendo pressioni interne dai suoi stessi comandanti, stanchi di combattere, affinché accetti un accordo per porre fine al conflitto.

Secondo il capo dei servizi segreti statunitensi, che ha parlato al ritiro estivo annuale della Allen & Company a Sun Valley, questa è una situazione completamente inedita di cui entrambe le parti in guerra dovrebbero approfittare per trovare un’intesa.

Nel corso dei mesi, gli 007 israeliani hanno provato più volte a catturare il leader dell’organizzazione terroristica. Nel febbraio scorso, le Idf sono riuscite a penetrare in uno dei suoi covi, dove si era nascosto facendosi scudo con 12 ostaggi. È stato ipotizzato che si fosse spostato a Rafah o che fosse riuscito a lasciare la Striscia e a rifugiarsi in Egitto. Dall’inizio della guerra, Sinwar ha anche inviato numerosi messaggi ai mediatori palestinesi e agli alti ufficiali di Hamas in esilio, nei quali ha sottolineato che l’alto numero di vittime civili a Gaza, definite come “sacrifici necessari”, hanno fatto il gioco del movimento islamista perché hanno aumentato la pressione internazionale sullo Stato ebraico.

Mohammed Deif: il "fantasma" potrebbe essere morto

Mohammed Deif è considerato la mente dietro gli attacchi del 7 ottobre. Sabato 13 luglio, le forze israeliane hanno effettuato un raid aereo nella zona di al-Mawasi, colpendo un edificio in cui si era nascosto assieme al capo della brigata Khan Younis di Hamas Rafa’a Salameh. La morte di quest’ultimo è stata confermata, mentre la sorte del “fantasma di Gaza” è ancora avvolta da un velo di incertezza.

Stando a quanto riportato da Channel 12, la valutazione unanime degli organi di sicurezza israeliani è che Deif sia stato ucciso. Le Idf, inoltre, sarebbero “certe” della presenza di entrambi gli alti ufficiali di Hamas nella struttura colpita al momento dell’attacco. In una conferenza stampa tenutasi alcune ore dopo il bombardamento, il premier Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che “non era ancora del tutto certo” che il comandante delle brigate al-Qassam fosse stato eliminato. Secondo il capo di Stato maggiore ebraico Herzi Halevi, inoltre, l’organizzazione terroristica “ha cercato di nascondere” i risultati dell’attacco.

Se la morte di Deif dovesse essere confermata, sarebbe un colpo

molto duro per la catena di comando del gruppo islamista, già decimata da una serie di raid mirati delle forze di Tel Aviv sia a Gaza, sia in Cisgiordania, come parte della "strategia della decapitazione".

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