La “telemanutenzione” dei Marines per la guerra

La tele-manutenzione dei Marines, a "realtà mista".

La “telemanutenzione” dei Marines per la guerra
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“Negli ultimi anni abbiamo identificato la logistica come la “funzione di ritmo” delle operazioni. Tra le sette funzioni della guerra, è proprio questa a dettare, maggiormente, la portata operativa di un’unità. Nessun’altra funzione bellica influenza, più profondamente, la nostra capacità di persistere negli spazi contesi”.

Questo quanto si evince nel rapporto Installations and Logistics 2030 del Corpo dei Marines. Una vera e propria rivoluzione nel settore, che, tra i suoi punti fondamentali, sembra voler velocizzare tutte quelle dinamiche necessarie a rimanere efficienti sul campo di battaglia.

La tele-manutenzione nella logistica Usa

Nuove sperimentazioni, infatti, sono in atto, con il fine di agevolare la manutenzione di mezzi ed unità militari. Ciò sta avvenendo grazie alla possibilità di collegare tecnici e Marines, attraverso il concetto della realtà mista, che da il via alla “tele-manutenzione”. Dall’analisi delle risorse, la notizia sembrerebbe essere confermata grazie anche alle dichiarazioni del Gen. McWilliams, che, attualmente, riveste la carica di capo del Marine Corps Logistics Command. Quest’ultimo, infatti, in occasione del Modern Day Marine Expo, ha riferito che il secondo team, in forze al Marine Logistics Group, abbia iniziato la sperimentazione. I traguardi, che tali nuove dinamiche possono raggiungere, avvengono tramite l’indosso di occhiali speciali, a realtà mista. Attraverso quest’ultimi, infatti, l’esperto ed il soldato, addetto alla manutenzione sul posto, vedono entrambe la stessa scena. Ciò, di fatto, consente che, da remoto, il tecnico sia in grado d’inviare istruzioni al militare, il quale, di conseguenza, sarà capace di risolvere le problematiche durante la battaglia.

“Stand-in”, gestire e riparare, “sul posto”

La tele-manutenzione è stata efficace anche per gli ucraini, all’interno dei recenti conflitti. Infatti, il 13 Luglio 2023, in una conferenza tenuta dal Gen.Sims II, in qualità di direttore delle operazioni, J-3, ed il generale Ryder, segretario stampa del Pentagono, è stato riferito che i risultati ottenuti, mediante questo nuovo processo, si sono rivelati davvero “notevoli”. Tale considerazione si rafforza soprattutto per il fatto che si sia riusciti a limitare le perdite sul campo, in una condizione, nella quale risultasse difficile reperire anche i pezzi da sostituire. Ma, il ruolo importante di quest’ultima, lo si riscontra, specialmente, in ambito sanitario. Dall’esercito degli Stati Unti, infatti, apprendiamo che la divisione, atta alle operazioni di manutenzione medica, conosciuta come MMOD, già utilizzava la "tele-manutenzione", per il supporto diretto alle forze schierate in prima linea”. Questa, associata alla telemedicina, si è rivelata, infatti, uno “strumento di comunicazione fondamentale, soprattutto per la risoluzione delle questioni inerenti ai laboratori ed alle apparecchiature elettromedicali, durante diverse operazioni militari. Il punto di svolta, però, secondo quanto si apprende dai vertici Usa, è che il programma faciliterà le dinamiche dello stand-in, ovvero, la capacità di poter gestire e riparare, “sul posto”, eventuali guasti, di mezzi ed attrezzature. Tale manovra, a sua volta, s’incontra con l’obbiettivo di voler “sperimentare” piccole squadre di Marines nel Pacifico, così da poter testare anche l’autosufficienza dei militari, oltre la prontezza e resilienza in battaglia. Un primo test, si recepisce, potrebbe aver luogo, per tutta la durata dell’estate, in seno alle unità di Camp Lejeune, nella Carolina del Nord. Alla fine del quale, si deciderà di estendere o meno, il progetto, a tutto il Corpo dei Marines.

La transizione secondo i Marines

Proprio quest’ultimo riferisce che la rivoluzione della logistica, attraverso la tele-manutenzione, a realtà mista, avverrà come è accaduto per le operazioni sul campo di battaglia. Tali cambiamenti, si apprende, hanno visto, infatti, il passaggio dalle dinamiche, “kill chain”, ovvero, quella metodologia che consente d’identificare la struttura di un attacco, al “kill web”, ovvero, “la capacità di tracciare un obbiettivo attraverso una rete, che propone la soluzione più consona per colpire”. Nella stessa maniera avverrà tale transizione, che vedrà, appunto, il futuro Marine, essere dotato di un tablet, invece di fogli e liste.

Questo processo, consentirà di scegliere, direttamente, on line, i ricambi disponibili, evitando burocratiche peripezie, che lo vedevano, in passato, alle prese con infinite richieste di autorizzazioni e numerose gerarchie.

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