Vladimir Putin ha ammesso l’impatto a medio termine delle sanzioni occidentali sull'economia nazionale nel quadro della campagna militare russa in Ucraina. Il presidente russo, impegnato nella visita di una fabbrica dell’aviazione nella regione della Buriazia, ha rilasciato numerose dichiarazioni nelle quali ha sostanzialmente ripetuto perché Mosca ha avviato la cosiddetta operazione militare speciale sul territorio ucraino e accusato l’Occidente di aver generato il conflitto. Il capo del Cremlino è però tornato ad affrontare il tema delle sanzioni, e lo ha fatto dialogando con un operaio dell’azienda, non senza nascondere preoccupazione per ciò che potrebbe accadere in Russia. E ammettendo un possibile allarme rosso da tenere in seria considerazione.
Putin e le sanzioni alla Russia
"Dobbiamo riconoscere che chi ci augura del male si aspetta di causarci problemi a medio termine. In effetti, questo pericolo esiste. Ne siamo consapevoli", ha detto Putin incontrando i lavoratori di una fabbrica di elicotteri.
Uno degli addetti ha quindi riconosciuto che i suoi colleghi temevano che l'economia della Russia "non avrebbe resistito" all'assalto delle sanzioni e che "sarebbe crollata". A quel punto, Putin ha offerto una risposta emblematica: "Anche io, credimi". Significa quindi che il presidente russo temeva per le conseguenze dell’azione sanzionatoria del blocco occidentale e che, fino ad ora, Mosca ha resistito in maniera probabilmente inaspettata.
Il presidete russo ha inoltre riconosciuto che le aziende del suo Paese necessitano di attrezzature e design moderni e che i redditi reali sono diminuiti (altre due ombre che si allungano su Mosca). Allo stesso tempo, però, Putin ha assicurato che i salari stanno crescendo e che "andrà tutto bene".
"Hanno previsto che il nostro Pil sarebbe crollato del 20% o più. Niente di tutto ciò è accaduto. Abbiamo una contrazione, ma non del 20%, ma del 2,1%", ha affermato Putin. Sempre parlando di cifre, il presidente russo ha sostenuto che la disoccupazione del Paese è ai minimi storici, e cioè al 3,6%: "Tutti si aspettavano che le aziende si fermassero" in seguito alla guerra in Ucraina e alle sanzioni imposte dall'Occidente, invece "continuano a funzionare e la disoccupazione si è ridotta al 3,6%".
Le parole sull’economia russa
Putin ha sottolineato che l'economia russa è cresciuta ininterrottamente negli ultimi sette mesi, che il mercato interno si è consolidato e che il sistema finanziario non solo ha resistito, ma si è rafforzato grazie alla buona gestione del governo e della Banca centrale.
"Nonostante alcune perdite, penso che l'anno scorso sia stato positivo per noi considerando che siamo diventati più sovrani e autosufficienti nelle sfere economiche e finanziarie", ha insistito il capo del Cremlino. Il presidente russo ha anche sottolineato che quest'anno il raccolto agricolo raggiungerà i 155 milioni di tonnellate, "un record nella nuova storia della Russia". Per quanto riguarda l'Ucraina, invece, Putin ha voluto sottolineare che lì l'economia si è contratta di oltre il 40%.
Per il resto, c'è una carenza di personale altamente qualificato nelle industrie della Difesa russe, e tale problema va risolto a partire dall'offerta di paghe più alte. "Sappiamo, e sapete probabilmente anche voi che ora molte imprese lavorano praticamente in tre turni e non ci sono abbastanza specialisti, soprattutto altamente qualificati. Dobbiamo muoverci in varie direzioni. Prima di tutto il livello degli stipendi deve essere attraente per lavorare in aziende di questo tipo", ha detto Putin.
Le sfide economiche create dalle sanzioni nel 2022, ha proseguito Putin, hanno "fatto solo del bene" al Paese, che ha rafforzato la sua "sovranità economica".
La guerra in Ucraina
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, Putin ha offerto ben pochi spunti di riflessione, limitandosi a toccare i soliti punti più volte enunciati nelle sue apparizioni pubbliche. Il capo del Cremlino ha detto che in Ucraina la Russia "sta combattendo per l'esistenza stessa della sua statualità" e che è "una questione di sopravvivenza".
"Sul Donbass ci hanno preso in giro" ed è stato perché hanno "ignorato i nostri appelli a risolvere la situazione in modo pacifico che siamo arrivati alla situazione attuale", ha rincarato la dose, spiegando che la Russia ha cercato "per otto anni di convincere i nostri cosiddetti partner a risolvere il problema del Donbass in modo pacifico, ma ora si scopre che ci hanno semplicemente ingannato. Tutto ciò ha portato alla situazione attuale".
Le pressioni sulla Russia, ha infine ricordato Putin, sono cominciate dopo il collasso dell'Unione Sovietica, evidenziando come gli avversari di Mosca abbiano
usato contro il suo Paese anche il terrorismo. Ora, ha aggiunto, gli interessi geopolitici dell'Occidente sono diventati "molto più importanti per loro di quanto non fossero i contrasti ideologici con l'Urss".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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