Sfida tra aerei Nato e caccia russi: è alta tensione vicino all'Ucraina

I tre velivoli di Parigi, due Rafale e un aereo radar, si sono ritirati lontani dai confini della Federazione. L'incidente è avvenuto sulla scia della tensione tra il Cremlino e l'Eliseo per la proposta di Macron di truppe Nato in Ucraina

Sfida tra aerei Nato e caccia russi: è alta tensione vicino all'Ucraina
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Si alza a tensione sui cieli del Mar Nero. Martedì 5 marzo, il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato che un caccia russo ha intercettato tre aerei militari francesi in volo vicino ai confini della Federazione sopra le acque diventate campo di battagli dall’inizio della guerra in Ucraina. Non c’è stato alcuno scambio di fuoco e tutti i velivoli sono tornati nelle loro basi.

Quando il caccia russo si è avvicinato, gli aerei militari stranieri sono tornati indietro”, ha dichiarato il dicastero di Mosca. “L'aereo russo è tornato in sicurezza al suo aeroporto di origine. Non c'è stata alcuna violazione del confine di Stato russo”. Il ministero ha anche aggiunto che due dei tre velivoli di Parigi erano caccia Rafale di scorta al terzo, un aereo radar. Un’operazione come quella compiuta dal Mig russo è denominata “intercettazione”, ed è volta a incontrare un dispositivo volante che si è avvicinato troppo ai confini del proprio Stato o che li ha oltrepassati.

Incidenti che coinvolgono a flotta aerea russa e quelle dei Paesi Nato non sono rari. Si sono verificati di frequente sopra il Mar Nero e il Baltico, anche prima dell’inizio della guerra in Ucraina. Questo ultimo episodio, però, è arrivato in un momento di alta tensione tra Mosca e Parigi. La scora settimana, infatti, il presidente Emmanuel Macron ha ventilato la possibilità di mandare truppe dell’Allenza atlantica in Ucraina per evitare una possibile vittoria di Putin. Ipotesi, questa, respinta dalla maggior parte degli Stati Nato-Ue, con l’unica eccezione della Polonia che non l’ha esclusa a priori.

L’idea dell’inquilino dell’Eliseo, convinto che le nazioni alleate di Kiev non stiano facendo abbastanza per sostenerla, ha sollevato diverse polemiche. Fino a questo momento, infatti, il blocco occidentale ha soppesato accuratamente la quantità e il tipo di attrezzatura da mandare in Ucraina, in modo che nessuno Stato fosse visto da Mosca come parte integrante del conflitto. Un esempio di questa politica della cautela è il rifiuto della Germania di consegnare a Kiev i missili a lungo raggio Taurus. Nonostante la forte opposizione alla sua proposta, Macron ha confermato le sue parole, assicurando però di non voler alcuna “escalation” con la Russia.

Da parte sua, il Cremlino ha dichiarato che l’ingresso di truppe Nato in Ucraina significherebbe l’inizio della guerra con l’Alleanza a guida Usa. Uno scenario, questo, che secondo diversi alti ufficiali e ministri europei potrebbe comunque concretizzarsi nel giro dei prossimi dieci anni.

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