Guide turistiche: è bufera in Provincia

Esposto di An e Fi alla Procura. E anche a sinistra c’è chi chiede spiegazioni e una commissione d’inchiesta. Dubbi sulla regolarità degli esami: verbali cancellati ed errori nei testi. Il Pdl: "Incredibile che nessuno sappia quanti siano i ciceroni". Sul caporalato è già cominciato lo scaricabarile

Guide turistiche: è bufera in Provincia

I legali di Alleanza nazionale hanno preparato un esposto alla Procura della Repubblica. Oggetto? Il caso guide turistiche della Provincia di Milano. Tre pagine formato A4, con allegato l'articolo apparso ieri nella cronaca milanese de il Giornale. «È scandaloso quanto venuto alla luce attorno al ricco business dell'accompagnamento turistico» sbotta Giovanni De Nicola, capogruppo di An in via Vivaio: «Una storia, una brutta storia che non vorremmo avere letta e che speriamo non sappia di favori anche se è condita da verbali con correzioni a penna di una commissione d'esame dove, sorpresa, a rappresentare le associazioni di categoria è sempre la stessa persona e da troppi anni». Legittime, dunque, secondo l'opposizione porsi interrogativi che «solo la magistratura può risolvere». Strada giudiziaria che pure Forza Italia si dice pronta a percorrere, «crediamo che sia però prima doveroso da parte dell’assessore al Turismo, Antonio Oliverio, fornire una spiegazione al consiglio provinciale» annota Bruno Dapei, capogruppo di Fi. Spiegazione reclamata dal Pdl anche con un’interrogazione scritta soprattutto perché «appare incomprensibile che l’amministrazione provinciale non sappia neppure quante sono le guide turistiche abilitate e che rimandi alla Regione per conoscere questo dato». Ma a sollevare altri dubbi ci pensa la maggioranza. Luca Guerra, dei Comunisti italiani, chiede l’intervento della commissione di Garanzia, che nella sostanza ha i poteri di una commissione d’inchiesta: «Bisogna andare a fondo - dice il capogruppo del PdCi - perché è una questione di trasparenza nei confronti dei cittadini. Non può fare solo sorridere scoprire che alle aspiranti guide turistiche della Provincia di Milano è richiesto “possedere nozioni di storia, geografia e cultura generale dell’Italia, con particolare riferimento alla provincia di Brescia”. C’è un limite al surreale». Guerra arricchisce il virgolettato ricordando che l’assessore Oliviero appartiene «all’Udeur, partito defunto, passato a destra», ovvero che Filippo Penati dovrebbe «dar vita a una ricomposizione politica della sua maggioranza sia nell’aula consiliare che in giunta per ritrovare l’unità necessaria a provare a vincere alle prossime elezioni provinciali». In sintesi: «Basta giochetti, è arrivato il momento della chiarezza». Come dire: l’affaire guide turistiche ha effetti anche sulla tenuta della maggioranza, anche se Roberto Caputo, capogruppo Sdi, chiosa che «i problemi sono ben altri rispetto ai “ciceroni” autorizzati da Palazzo Isimbardi». «La giunta non ha approvato, ad esempio, il Ptcp che è lo strumento cardine della programmazione urbanistica del territorio provinciale. E, ancora, ci sono le dimissioni dell’assessore Daniela Gasparini, prontamente sostituita con Matteo Mauri.

Voglio dire che è pur giusto reclamare verità sulla vicenda delle guide turistiche ma c’è troppa altra carne al fuoco della politica di via Vivaio». Visione comune pure al centrodestra che, comunque, qualche domandina in più si pone e tanto per non sbagliare si affida ai magistrati di via Freguglia.

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